Riceviamo e pubblichiamo:
A Titu
Giovane Campionessa,
“chi ti conosce davvero sa che anima fragile tu fossi, quanto bisogno di amore si celasse dietro i tuoi gesti, alle tue parole forti... Non ti dirò di volare in alto nel cielo, quello lo facevi già, spero che tu possa trovare quella pace che quaggiù non hai trovato”.
La morte volontaria di questa giovanissima ha sconvolto il mondo dello sport e la nostra vita. Nel video Julia avanza lentamente con dolore nel corridoio dell’albergo con il telefonino in mano come se la sofferenza del corpo esprimesse il tormento celato della psiche. Quanti giovani ci lasciano così, quanto sarebbe importante che la società, la politica, le scuole, il mondo dello sport che ho conosciuto e tutte le istituzioni che intercettano i giovani potessero avere uno sguardo diverso su di loro.
Dice bene Berruto ex CT della nazionale maschile quando afferma che le società sportive dovrebbero avere uno psicologo non solo per migliorare le prestazioni ma per accompagnare i ragazzi nella crescita della loro personalità e possano saper cogliere i tormenti, le ansie e le angosce di tanti ragazzi. Il professore conclude accennando alla tragica sequenza di suicidi che si sono verificati tra gli universitari.
Di questi tragici eventi ho scritto più volte sui quotidiani della nostra provincia. Rinnovo la necessità di un impegno forte della comunità in tutte le sue istituzioni nell’avere uno sguardo nuovo che colga, intercetti e segnali il dolore mentale di tanti nostri ragazzi.
Francesco Risso
Direttore Dipartimento Salute Mentale Interaziendale Azienda Ospedaliera S.Croce e Carle - ASL CN 1