A causa dei lavori per il rifacimento di due tratti della volta della galleria, il traforo del Monte Bianco resterà chiuso per quindici settimane, dal 4 settembre al 18 dicembre 2023. Un provvedimento che verrà poi attuato ogni anno per i prossimi diciotto anni, e che si prevede avrà un forte impatto sul traffico, considerando che il traforo è attraversato in media da 5.250 veicoli al giorno, 3.600 tra auto e moto e 1.650 camion. Una chiusura che potrebbe avere impatti anche sulla viabilità di una parte della Granda. È quanto teme il comitato Si D.A. VS., che si batte per la realizzazione delle varianti di Demonte e Aisone in valle Stura. Proprio in valle Stura e sul colle della Maddalena potrebbe riversarsi parte del traffico costretto a deviare il suo percorso dalla chiusura del traforo del Monte Bianco. Timori dettati dal fatto - spiega il presidente Ezio Barp in una lettera - che quello della statale 21 è rimasto “uno dei pochi valichi internazionali facilmente accessibili senza pedaggio”.
“Secondo le informazioni pervenute dalle amministrazioni locali dovrebbero transitare sul valico della Maddalena ‘solo’ i mezzi pesanti da e per aziende site sul territorio provinciale, ma la domanda è: chi vigilerà su tutto questo? Altrimenti la situazione disastrosa nei comuni di Aisone e Demonte peggiorerà ulteriormente, aumentando il grave rischio di salute e di incolumità che vivono da diversi lustri gli abitanti di questi due paesi i cui centri storici medioevali vengono attraversati già adesso da circa mille mezzi pesanti al giorno”, prosegue Barp.
Mentre la situazione relativa alla variante di Demonte sembra ben lontana da una svolta, insomma, un nuovo spauracchio agita chi abita in valle Stura. Nel frattempo, il Comune di Demonte attende dall’Anas una risposta alla richiesta di installazione di un semaforo per regolare a senso unico alternato il transito nel centro cittadino. Un centro cittadino sempre più soffocato dai mezzi pesanti: nel tardo pomeriggio di ieri l’ennesimo episodio, con il traffico bloccato per oltre un quarto d’ora da alcuni tir “incastrati” in via Martiri.