Per il Comune di Cuneo è un servizio ai cittadini che renderà il trasporto pubblico più flessibile. Per i tassisti, una sorta di Uber con la benedizione dell’amministrazione pubblica.
Si parla di “Moeves Real Time”, ovvero del sistema di trasporto a chiamata che il consorzio GrandaBus (concessionario per il trasporto pubblico in provincia di Cuneo) ha voluto insieme al Comune, alle aziende di trasporto pubblico locale Bus Company e Stp e alla Moeves.
A partire dal 4 ottobre il servizio sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 20, il sabato dalle 9,30 alle 11,30 e dalle 14,30 alle 17 e la domenica dalle 14 alle 20. Chiamando il call center o scaricando la app disponibile per Ios e Android gli utenti potranno prenotare in qualsiasi momento un veicolo con autista professionista per farsi accompagnare verso la destinazione desiderata, anche in compagnia di altri passeggeri. I costi? Per i non abbonati al trasporto pubblico variano tra i 3 euro a corsa della fascia oraria 9-11,30 nei giorni feriali e i 5 euro della fascia 18,30-20 feriale e della domenica. Molto meno dei taxi che partono da una tariffa fissa - stabilita dal Comune - pari a 8 euro.
E non è un caso che ad arrabbiarsi siano proprio i possessori delle licenze di trasporto: “Ci sembra una forma di concorrenza sleale. Siamo un servizio pubblico e abbiamo regole e tariffe da rispettare, non si capisce a cosa possa servire un’offerta analoga che assicura anche la chiamata all’ultimo” spiega Francesco Broceri, uno dei portavoce della protesta che sta attraversando la categoria. Sulla piazza di Cuneo al momento operano ventuno auto bianche: “Siamo ventuno famiglie in crisi, tra la pandemia e tutto il resto: in media ognuno prende tre o quattro corse al giorno. Facciamo fronte a numerosi obblighi e abbiamo lavorato anche in pieno lockdown, talvolta con cinque o sei ore di attesa tra una corsa e l’altra”.
Con gli amministratori locali, lamenta Broceri, va di male in peggio: “Fino a pochi anni fa il Comune ci consultava due o tre volte all’anno, ora nulla. In periodo di lockdown avevamo chiesto almeno di non pagare l’addebito del numero unico, ma non abbiamo avuto risposte. E quest’anno si torna a pagare anche l’occupazione del suolo pubblico per la sosta”. Lo sbarco di Moeves in città è stato gestito senza consultare i tassisti, che ora promettono di dare battaglia con le associazioni di categoria: “Non si capisce che sovvenzioni abbia preso l’azienda, con quelle tariffe non copri nemmeno il carburante. Se il problema era ridurre i costi per i clienti, una convenzione del genere si sarebbe potuta stipulare anche con i taxi. Noi già adesso assicuriamo un servizio ai disabili i cui costi vengono coperti dal Comune”.
Ma queste sovvenzioni esistono? Assolutamente no, assicura l’assessore al Trasporto pubblico Mauro Mantelli: “Non c’è nessun investimento diretto perché il servizio è organizzato dal concessionario. Anzi, se i ricavi aumentassero il Comune potrebbe risparmiare”. E la questione della concorrenza con i taxi? “La concorrenza c’è, - ammette Mantelli - ma non è sleale. Moeves è una sorta di ‘taxi collettivo’ che traccia un percorso a tappe in base alle prenotazioni che arrivano. Confidiamo che questo sistema renda sempre più flessibile il trasporto, potrebbe servire anche in situazioni dove non ci sia la possibilità di caricare più di nove persone per volta o dove si debbano creare percorsi speciali legati alle manifestazioni”.
Nella contesa è già sceso in campo il consigliere di minoranza Beppe Lauria, depositando un’interrogazione nella quale si chiede se quello garantito da GrandaBus non possa essere un considerato “un servizio taxi svolto abusivamente da un soggetto terzo ad un prezzo non di mercato, essendo il costo del servizio taxi regolamentato”. L’ex candidato sindaco domanda inoltre di sapere se la recente variazione di bilancio da 200mila euro, varata con i fondi Covid governativi in favore del settore trasporti, possa aver influito sull’iniziativa.