Sono oltre cinquanta le imprese artigiane associate a Confartigianato Cuneo che da dieci anni ormai attendono di poter esprimere le loro ragioni in sede giudiziaria in quanto vittime della truffa messa a segno dal loro consulente fiscale, il cuneese Adriano Bruno. Un professionista molto attivo nel panorama fiscale cuneese: nel 2011, quando scattarono i controlli, aveva al suo attivo ottocento imprese che si affidavano a lui per la tenuta della contabilità. Dopo la scoperta delle sue gravi violazioni ai danni dello Stato, che ammontavano a circa 25 milioni di euro, si mise in moto la macchina giudiziaria, che ancora oggi prosegue a rilento nel procedimento penale. Mentre Bruno deve rispondere di numerose presunte violazioni tributarie con l’Agenzia delle Entrate come parte offesa, tante aziende artigiane si sono ritrovate a pagare sanzioni anche molto elevate, in quanto ignare della condotta fraudolenta del consulente. Queste, a distanza di un decennio, purtroppo non hanno ancora avuto alcun segnale di attenzione nei loro confronti da parte degli organi competenti. Confartigianato Cuneo è tornata a porre l’attenzione sulla vicenda con un comunicato stampa diffuso oggi, martedì 26 gennaio.
“Nel nostro paese – commentano Luca Crosetto e Joseph Meineri, presidente e direttore generale di Confartigianato Cuneo – la Giustizia ha tempi troppo lunghi e genera inevitabilmente ricadute negative sull’economia e una conseguente sfiducia nei cittadini. La condotta scorretta del rag. Bruno ha penalizzato fortemente alcune nostre imprese associate, creando loro danni economici anche di consistente entità. È impensabile che a distanza di dieci anni ancora non si sia fatta completa chiarezza sulla vicenda. Come associazione stiamo sostenendo i nostri artigiani associati nel prosieguo di tutte quelle azioni giudiziarie utili per il riconoscimento del danno subito. Non vorremmo però che il perdurare del mancato contatto tra imprese e magistratura si spingesse fino alla prescrizione dei reati”.