Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Granda in Azione:
Amministratori delegati, contabili e ragionieri delle società che gestiscono gli impianti sciistici stanno passando giornate intere con le calcolatrici in mano per salvare una stagione invernale che, ancor prima di iniziare, si preannuncia difficile, costosa e soprattutto incerta a causa del vertiginoso aumento dei costi dell'energia elettrica. Tutta la filiera della montagna è in apprensione, decine di migliaia di posti di lavoro sono a rischio.
Causa il caro-energia c'è chi pensa a chiudere gli impianti in alcuni giorni della settimana o aprire a giorni alterni, altri pensano ad una apertura ad orari altri ancora potrebbero decidere di aprire solo nel fine settimana. In tutto questo c'è l'altra incognita: quanta neve arriverà? L'uso dei cannoni per produrre la neve avrà un suo costo, in un contesto dove umidità dell'aria e basse temperature giocheranno un ruolo importante. Per questo motivo servono risposte chiare dal nuovo Governo, che, riteniamo, dovrebbe predisporre quanto prima aiuti economici in favore dei gestori degli impianti sciistici, in modo da compensare le maggiori spese ed evitare, altresì, che si verifichino rincari in danno degli utenti.
Tuttavia, siamo consci del fatto che quand’anche il Governo si dimostrasse celere ed attento a questa problematica, non sarebbe possibile (per i tempi della burocrazia nostrana) un’erogazione immediata di questi contributi, ma anzi, ci vorrebbero mesi. Il gruppo provinciale cuneese di Azione, è, però, dell’idea che non ci sia più tempo da aspettare, proprio perché la stagione è alle porte e rischia di non poter iniziare: insomma, non c’è tempo da perdere. La nostra proposta è, quindi, quella di chiedere l’intervento immediato della Regione Piemonte affinché possa supplire alle carenze dello Stato ed anticipare gli aiuti che auspichiamo arriveranno da Roma.
Ad esempio, si potrebbe dare la possibilità di usufruire delle risorse di cui al “Fondo neve”, cioè quel fondo creato tra il 2018 e il 2019 per l’implementazione/miglioramento degli impianti di innevamento artificiale, stanziato proprio dalla Regione Piemonte, per dare la possibilità alle società di gestione degli impianti di utilizzare immediatamente i denari disponibili, come liquidità provvisoria, per far fronte alle prime spese, in attesa degli aiuti provenienti dal Governo. “Servono risposte immediate - commenta Nicolò Musso, consigliere comunale di Limone Piemonte e coordinatore di Alpi Marittime in Azione e membro del direttivo di Granda in Azione - non possiamo permetterci di non aprire gli impianti sciistici questo inverno, poiché arriviamo già da due anni molto complicati. Confido che la Regione Piemonte prenda sul serio la questione, come ha già fatto per le piscine pubbliche. Crediamo che l'unica soluzione attuabile nel breve termine sia quella che la Regione metta a disposizione, in via emergenziale, le risorse subito fruibili in quanto non ancora spese”.
“Siamo sicuri - commenta Michele Valsecchi, consigliere comunale di Roburent e responsabile Montagna di Granda in Azione - che la Regione Piemonte, dimostratasi (spesso e volentieri anche sulla carta stampata) attenta verso il futuro della montagna, coglierà la nostra proposta ed interverrà prontamente in aiuto delle nostre stazioni sciistiche: diversamente, constateremmo che alle parole non sempre seguono i fatti. Mettere in sicurezza l'apertura della stagione sciistica invernale vuol dire garantire la prosecuzione delle attività che lavorano in tutto l'indotto della neve: la Regione qualcosa può farlo. Infine, auspico altresì che sia dia corso all’applicazione della “legge Carlotto” sulla defiscalizzazione della montagna, strumento normativo che qualcuno intenderebbe istituire ma che basterebbe applicare in quanto già esistente: spero, in tal senso, che il nuovo Governo si impegni a renderla attuativa”.
“Riteniamo - commenta il consigliere provinciale Pietro Danna - che vada data una risposta tempestiva ed efficace ai gestori degli impianti sciistici del nostro territorio, al fine di tutelare la stagione turistica invernale e, soprattutto, di salvaguardare l’indotto economico che lo sci genera per le vallate (e non solo) del cuneese. Pensiamo, quindi, che la Regione Piemonte debba adottare misure erogative straordinarie in attesa di capire se il nuovo Governo intenderà intervenire anche su questo profilo legato al caro energia. In tal senso, auspico anche che la Provincia di Cuneo, in qualità di ente di area vasta, possa fungere da “megafono” rispetto alle richieste di aiuto che pervengono in queste settimane dai gestori degli impianti, aiutandoli a rapportarsi con gli enti superiori, nell’ambito del percorso di riacquisizione di centralità politico-amministrativa che la Provincia ha intrapreso dopo la riforma del 2014”.