CUNEO - In Confindustria l’“amarcord” Lancia con Montezemolo: “Poteva essere la Bmw italiana” (GALLERIA)

In mostra i modelli della Fulvia. Dall’ex presidente Fiat rammarico per il presente dell’auto e un pensiero a Schillaci: “Com’era bella l’Italia delle notti magiche”

Andrea Cascioli 21/09/2024 11:15

C’è l’orgoglio ma anche tanta malinconia: per un’industria dell’auto italiana che non esiste più, per un patrimonio di lavoro e conoscenze disperso e perfino per i risultati sportivi, dai motori al calcio, che sono l’ombra di quel che furono. A Cuneo si apre la due giorni dedicata al genio pionieristico di Vincenzo Lancia, con l’esposizione di tutti i modelli della mitica Fulvia nel parco della sede di Confindustria.
 
Un’esposizione che sarà visitabile dalle 12 alle 18 di sabato 21 e di nuovo dalle 10 alle 18 di domenica 22 settembre, a ingresso libero. Un omaggio all’ingegneria che incontra il design, come recita il sottotitolo della mostra. Per inaugurarla è venuto a Cuneo l’ex presidente della Ferrari e della Fiat - ma anche di Confindustria - Luca Cordero di Montezemolo, che in giornata riceverà la cittadinanza onoraria di Mondovì. Per lui un “amarcord” incominciato con il ritorno al posto di guida della Fulvia 1.6 Coupé, insieme al suo navigatore di un tempo Daniele Audetto: una foto vecchia di oltre cinquant’anni, che rimanda ai tempi della sua carriera rallistica nella scuderia Lancia. “Non ci salivo da allora” confida emozionato.
 
“È un sentimento misto di gioia nel rivedere macchine bellissime e di tristezza nel pensare a dove siamo oggi, con un’industria automobilistica italiana che non esiste più” dice l’ex leader confindustriale: “È motivo di profonda tristezza e anche un po' di indignazione: la Lancia poteva essere la Bmw italiana. Ha segnato la storia nel design e anche a livello sportivo”. Anno 1975: Montezemolo è responsabile della squadra corse Ferrari da due anni. Il Cavallino vince il campionato costruttori e piloti con Niki Lauda, nello stesso anno in cui l’Alfa Romeo trionfa alla 24 Ore di Le Mans e la Lancia conquista il campionato mondiale rally. “Oggi abbiamo gli stabilimenti chiusi e per vedere cos'è la Lancia dobbiamo venire qui” conclude mesto l’ex rallista. Quanto alla Ferrari, a mezza voce si lascia scappare una battuta perfida: “Ha fatto disegnare un’auto elettrica a uno che non ha mai realizzato un’auto”.
 
Nel “come eravamo” c’è spazio per un ricordo commosso di Totò Schillaci, l’eroe inatteso di Italia ’90 che unì la penisola del tifo. “Il Paese delle notti magiche aveva messo da parte per un attimo i suoi problemi. Fu una bella soddisfazione” dice Montezemolo, all’epoca presidente del comitato organizzatore: “Totò Schillaci fu una sorpresa per tutti, quasi più di Paolo Rossi in Spagna. Era un rappresentante di un Sud povero e una persona che non si è mai messa in mostra”.
 
Lo sguardo comunque non è rivolto solo al passato. Dal 77enne Montezemolo arriva qualche “dritta” informale all’attuale presidente di Confindustria Emanuele Orsini, al timone dell’organizzazione da qualche mese: “Confindustria non deve essere corporativa, deve contribuire a identificare obiettivi importanti per il Paese: i veri imprenditori sono quelli che rischiano il loro denaro e non quello delle banche o dello Stato”. Un consiglio accolto da Mariano Costamagna, il leader cuneese degli industriali, che insieme al presidente della Provincia Luca Robaldo - il “Luca di Montezemolo” nostrano, scherza lui - ha voluto questa iniziativa: “Non siamo chiusi sotto una campana di vetro, vogliamo essere parte della società”.
 
E così dopo la mostra dedicata alle moto 175 cc arriva quella sul piemontese Lancia, pilota e collaudatore, che dalle officine Ceirano approderà all’Olimpo dell’auto: “È stato un precursore e un innovatore - ricorda Costamagna -. A lui si deve la prima auto con la carrozzeria portante al mondo e le prime sospensioni anteriori indipendenti. Ha fatto di un marchio qualcosa di ambito”. Qualcosa che l’Italia, purtroppo, oggi ha regalato ad altri, o relegato ai musei.

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