Con la discussione generale si è avviato ieri in Consiglio regionale l’esame della proposta di deliberazione sull’autonomia differenziata. Introducendo il dibattito, il presidente della Giunta regionale Alberto Cirio ha parlato di una “delibera significativa, che rappresenta un elemento fondante del nostro programma e l’adempimento di un impegno verso i cittadini piemontesi. Siamo convinti che ciò che si gestisce da vicino si gestisca meglio. Per noi autonomia, semplificazione e un nuovo rapporto con Roma e con Bruxelles, sono tre parole centrali nell’azione di governo. La Regione può fare una parte di ciò che fa lo stato centrale meglio e in modo più efficiente. Ad esempio per l’istruzione: c’è un problema strutturale, organizzativo, nel reclutamento del personale. Chiediamo allo stato che questo aspetto sia attribuito alla nostra Regione. Siamo certi di farlo meglio”.
Per Alberto Preioni (Lega) “questo è l’inizio di un percorso verso l’efficienza, se avviciniamo i centri di controllo ai cittadini facciamo loro un buon servizio. È un percorso lungo di cui la Lega è fermamente convinta. È stato fatto un grande lavoro di concertazione, siamo felici che su questo tema la politica abbia fatto un lavoro approfondito, serio e condiviso. Vogliamo portare i servizi più vicini ai cittadini per dare un futuro al nostro Piemonte, controllando la spesa”.
Domenico Ravetti (Pd) ha sostenuto che “il documento di partenza diventerà migliore se verranno approvati i nostri emendamenti. Rivendichiamo la questione del metodo che a volte è sostanza. Volevamo parlare di autonomia differenziata per dotare la Regione di una opportunità importante, ma non di permettere che questo argomento fosse utilizzato come bandiera da una parte politica. Ci siamo riusciti, abbiamo convinto i gruppi di maggioranza”.
Per Francesca Frediani (M5s) “il percorso della delibera è stato lineare. Abbiamo mantenuto le stesse impostazioni rispetto alla scorsa legislatura. Non siamo contrari alla richiesta legittima di autonomia differenziata se consente di risolvere alcuni problemi specifici del Piemonte. Rimangono però alcuni punti critici: la scuola rimane il principale e ci impedirà di dare un voto positivo alla delibera. Non capiamo come pensiate di superare a livello regionale la carenza dei docenti. La soluzione deve cercarsi a un tavolo nazionale”.
Maurizio Marrone (Fdi) ha ribadito l’idea “di un federalismo ispirato al principio della sussidiarietà. Ci siamo riconosciuti nella proposta del presidente Cirio che chiede nuove funzioni per renderle più efficienti e vicine ai cittadini. E’ positivo l’allargamento delle competenze rispetto a quelle chieste dalla scorsa Giunta, d’altro canto riteniamo che alcune funzioni debbano rimanere allo stato centrale, per evitare che si creino differenze tra le regioni italiane. Ad esempio sul reclutamento dei docenti è giusto avviare una riflessione perché, a differenza dell’organizzazione e del dimensionamento, riteniamo debba rimanere competenza nazionale”.