CUNEO - “In corso Monviso non pensiamo alla zona 30 o agli attraversamenti rialzati”

La risposta dell’assessore Serale all’interpellanza dei Cinque Stelle: “La velocità delle auto non è eccessiva, come spesso succede invece in corso IV Novembre”

Andrea Cascioli 30/11/2021 10:59

 
No all’ipotesi di una zona 30 in corso Monviso o agli attraversamenti pedonali rialzati. A escluderlo è l’assessore all’Urbanistica del comune di Cuneo, Luca Serale, rispondendo a un’interpellanza presentata dai consiglieri del Movimento 5 Stelle.
 
L’interpellanza, ricorda Manuele Isoardi, era stata depositata lunedì 22 “e già il 23, purtroppo, la cronaca ha segnalato un investimento in zona, relativo a un ragazzo di sedici anni”. Si allude a quello verificatosi martedì scorso di fronte al liceo artistico, nel tratto affacciato su corso De Gasperi. “In corso Gramsci gli attraversamenti rialzati sono serviti a rallentare le auto, ma probabilmente corso Monviso ha esigenze di viabilità diverse anche per il frequente passaggio delle ambulanze” riconosce il consigliere pentastellato, che suggerisce un’altra possibile accortezza: “Si potrebbe pensare a una segnalazione luminosa dei passaggi pedonali”.
 
Serale ha ricordato che il tema è già stato affrontato negli incontri con il comitato di quartiere: “Corso Monviso non è una via di scorrimento veloce, ma è una delle vie di taglio che deve avere caratteristiche tali da non prevedere attraversamenti rialzati. In primis per i mezzi di soccorso”. A detta dell’assessore, comunque, non è la velocità delle auto il primo fattore di pericolo in quel tratto: “Diverso è l’approccio degli automobilisti su corso IV Novembre, dove le auto vanno molto più forte. Credo dipenda dal fatto che lì la carreggiata è molto più grande e lo spartitraffico più stretto”. Per questo si è optato per un investimento sui due semafori che verranno posizionati in corso De Gasperi e sullo stesso corso IV Novembre.
 
Altra soluzione, aggiunge Serale, potrebbe essere il “cambio di vocazione” della strada: “Oggi il limite è ai 50 km, secondo noi consono. Si potrebbe istituire una zona 30, ma ciò va un po’ contro la vocazione di scorrimento del corso”. Sul punto concorda il proponente dell’interpellanza: “Anch’io - conclude Isoardi - sono dell’idea che forse è eccessivo pensare di ragionare su una zona 30”.

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