In Italia ogni 100 litri di acqua immessa nella rete per usi civili ne arrivano all’utente poco meno di 58: gli altri 42 (pari a un valore assoluto di 3,4 miliardi di metri cubi) si perdono lungo la rete idrica che in molte parti del Paese è datata e in cattivo stato di salute. I numeri emergono da uno studio della Cgia di Mestre, recentemente pubblicato, basato sui dati Istat relativi al 2022. Nette le differenze a livello territoriale: si va dal 71% di dispersione della provincia di Potenza al 9,2% della provincia di Como, la più “virtuosa”.
A livello regionale il dato peggiore è quello della Basilicata, con una dispersione del 65,5%, il migliore quello dell’Emilia Romagna (29,7%). Il Piemonte si attesta al 35,4%. I livelli maggiori di dispersione lungo la rete idrica si registrano nelle regioni del sud: “In un periodo in cui nel Mezzogiorno non piove dallo scorso inverno e le temperature in questi mesi estivi hanno raggiunto livelli spaventosamente elevati, avere in questa ripartizione geografica una dispersione superiore al 50 per cento dell’acqua potenzialmente utilizzabile è un vero e proprio delitto”, si legge nel rapporto.
In provincia di Cuneo si disperde lungo la rete il 31,5% dell’acqua immesso. La provincia migliore del Piemonte è Asti (19,2%), seguita da Vercelli (22,2%), Torino (25,6%), Alessandria (28,9%), Biella (30,7%), Novara (31,5%, come Cuneo) e Verbania (43%).
Prosegue ancora il rapporto: “I nostri consumi idrici totali ammontano a 40 miliardi di metri cubi all’anno. Di questi, il 41 per cento è in capo all’agricoltura (16,4 miliardi di metri cubi), il 24 per cento viene impiegato per usi civili (9,6 miliardi di metri cubi), il 20 per cento per l’industria (8 miliardi di metri cubi) e il 15 per cento per produrre l’energia elettrica (6 miliardi di metri cubi). Purtroppo, siamo il Paese più ‘idroesigente’ d’Europa; seguono a distanza la Spagna (poco più di 30 miliardi di metri cubi) e la Francia (quasi 27 miliardi di metri cubi). Sia in agricoltura che nell’industria siamo il Paese che registra i consumi idrici più elevati in UE”.
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