"Sul fronte dei tamponi, stiamo compiendo il massimo dello sforzo per incrementare la potenzialità di lavoro dei nostri laboratori analisi, che sono passati da due a diciotto, con la capacità di processare fino a quattromila tamponi al giorno”. Lo ha affermato stamane l’assessore alla Sanità piemontese Luigi Icardi. Sembrerebbe un dato confortante, ma a vedere i dati degli ultimi 10 giorni è evidente che i laboratori non girino al massimo della loro potenzialità: da venerdì 27 marzo a ieri, domenica 5 aprile, sono stati effettuati 22.215 tamponi, per una media quotidiana di 2.215. Nell’ultima settimana in Lombardia ne hanno fatti 5.600 al giorno, mentre il Veneto punta a raggiungere i 20mila.
Le difficoltà dipendono dal limitato numero di macchinari e personale. Inoltre i laboratori hanno dovuto concentrare le risorse umane sull’elaborazione dei test per il coronavirus, ricollocando biologi e tecnici, ma le carenze riguardano anche l’esecuzione materiale dei tamponi. In tutto questo i laboratori di microbiologia continuano a dover svolgere l’attività ordinaria, legata ad altre malattie urgenti.
Va detto che aggiungere laboratori non è una procedura così semplice, tant’è che richiede, tra le altre cose, una formazione specifica del personale. Il ritardo ha ineluttabilmente limitato il numero di tamponi eseguibili nel primo mese dell’epidemia, quello in cui il numero di contagi individuati si è distanziato sempre di più da quello dei contagi reali che, a quanto ammesso dallo stesso capo della Protezione Civile Angelo Borrelli potrebbe essere fino a dieci volte superiore.
Stamane la strategia della Regione Piemonte, che tra le altre cose negli ultimi giorni ha visto un peggioramento della curva dei nuovi contagi, ha dovuto incassare l’attacco della deputata del Partito Democratico Chiara Gribaudo: “Siamo la terza regione per numero di morti e fra le prime colpite dal contagio insieme a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - ha detto la parlamentare cuneese -, eppure a oggi sono stati fatti solo 38.539 tamponi, contro i quasi 150 mila della Lombardia, gli oltre 140 mila del Veneto e i quasi 70 mila dell’Emilia Romagna. Anche la Toscana e il Lazio hanno effettuato più tamponi e, nonostante questo, registrano un numero di casi totali rispettivamente di circa la metà e di un terzo rispetto al Piemonte”. “È lecito domandarsi quali sarebbero i dati reali dei contagi in Piemonte, se la Regione avesse fatto un numero di tamponi comparabile con le altre regioni del Nord”.
Le parole di Borrelli potrebbero essere un punto di partenza.