CUNEO - 'In Piemonte ancora nessun accordo sugli incentivi a infermieri e sanitari: pressappochismo inaccettabile'

Il segretario regionale di Nursing Up Claudio Delli Carri: 'Molte aziende sanitarie hanno dato seguito ad un aumento irricevibile di un euro al giorno'

Redazione 15/05/2020 11:12

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Come al solito, verso di noi infermieri e professionisti della sanità, ci sono buone parole, annunci, ma i fatti non si concretizzano mai. Siamo davvero molto stanchi della superficialità, del pressapochismo, della scarsa conoscenza della materia contrattuale, con la quale siamo costretti a confrontarci per ottenere ciò che in altre regioni e per legge ci spetta.
 
Eroi negli ampollosi elogi dei politici, sui social e nelle dirette Tv, ma fantasmi sacrificabili e sempre sacrificati nei bilanci e nelle pastoie della politica.
 
La Regione Piemonte prosegue negli annunci, con cifre per fare titoli sui giornali, ma ancora non ha dato seguito alla concretezza di quelli che sono i sacrosanti incentivi a cui hanno diritto gli infermieri e i professionisti della sanità, i quali invece ogni giorno hanno rischiato la vita, e in taluni casi l’hanno persa, in quella che da troppi politici seduti dietro a una scrivania è stata descritta come una battaglia, ma che per noi è stata ed è invece la difficilissima quotidianità di lotta al Covid 19.
 
In altre regioni, pensiamo alla Toscana, l’accordo sugli incentivi è stato firmato al 7 di aprile. Qua, ultima regione in Italia, siamo al 15 maggio e nessun accordo è stato sottoscritto.
 
Ma stiamo scherzando? Ci stanno prendendo in giro?
 
Dicevamo del pressapochismo: nell’attesa dei tempi biblici inaccettabili della Regione Piemonte, che cosa accade? Accade che molte delle aziende sanitarie piemontesi hanno provveduto a calcolare le indennità da retribuire a infermieri e professionisti che operano nelle aree sub intensive e critiche, sostituendo l’indennità propria di quel ruolo (appunto quella per la sub intensiva e area critica) con l’indennità per le malattie infettive. Si tratta appunto di coloro che operano a contatto con i pazienti Covid. Ciò che cosa ha generato? Un aumento ridicolo di 1 euro al giorno! UN EURO AL GIORNO! Ma cos’è, una sorta di elemosina?
 
Perché le aziende non hanno atteso l’accordo con la Regione nel quale, ad esempio, come anche ben indicato dall’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), si sarebbe potuto mettere nero su bianco che le due indennità, la sub intensiva e quella delle malattie infettive, si possono sommare? È un altro esempio della scarsa attenzione alle reali questioni relative alla gestione contrattuale di chi governa la nostra sanità oggi.
 
Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie ribadisce che è ora di dire basta a una Regione incapace di giungere al dunque, sempre disattenta e imprecisa sugli accordi con i lavoratori per le indennità. Qui non stiamo parlando di “elemosine” ma di diritti e dignità di chi è in prima linea tutti i giorni a rischio della propria incolumità. Che il Piemonte sia l’ultima regione del Paese a non avere ancora definito alcun ché di concreto per la nostra categoria è inaccettabile.
 
Siamo esasperati. E come se non bastasse quello che accade a livello locale, ci troviamo anche a dover assistere ancora ai giochetti come quelli del Governo nazionale, come ha ribadito ieri il nostro presidente nazionale Antonia De Palma, in cui gli incentivi che ci spettano di diritto compaiono e scompaiono nei Decreti ministeriali come se la nostra professionalità fosse pagata "a peso" in base all'importanza del momento considerato o della necessità di bilancio contingente.
 
Attacca il Segretario Regionale Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing UP, Claudio Delli Carri: “Fa bene il nostro presidente De Palma a dire, riferito al Governo nazionale, ma che equivale a quanto accade in Piemonte, che i signori del potere ci hanno immolati sull'altare dell'equilibrio economico, consigliati dai soliti "censori" tecnici, che agiscono in nome di un presunto indispensabile criterio di "freddi numeri". Siamo stufi di essere incensati a parole e non considerati nei fatti. La verità è che abbiamo diritto a riconoscimenti strutturali, ad aumenti in busta paga che arrivino ogni mese e non un "una tantum". Perché noi infermieri e professionisti sanitari non lavoriamo a cottimo, non vogliamo “regalini”. Non è questione di 1000 euro una tantum o di un gettone come una pacca sulla spalla. La questione vera è la dignità.
 
Il fatto che in Piemonte si protraggono i tempi sulla concretizzazione degli incentivi che ci spettano, e che ci venga ribadito sempre che tratta di interventi un “una tantum”, è inaccettabile.
 
Che fine hanno fatto, oggi, al 15 maggio, tutti coloro che elogiavano infermieri e medici? Chi è seduto dietro ad una scrivania e fa i conti sulla nostra pelle, si ricorda che quasi 40 di noi sono morti per l’emergenza Covid? Pensa alle loro famiglie e ai loro figli? Siamo stufi della classe politica dell’annuncio e dello slogan sui social. Siamo stufi di una politica poco attenta e per nulla preparata nella materia delicata che è la gestione contrattuale del reparto sanità. Vogliamo concretezza e interventi strutturali nelle buste paga che siano permanenti. E, si badi bene, noi non esortiamo, non chiediamo, ma esigiamo che chi deve prendere determinate decisioni sia preparato, competente e lavori: faccia insomma il suo dovere. Il Piemonte è l’ultima regione a dover ancora concretizzare tutto ciò: è questo il modo di trattare chi ha salvato centinaia di vite mettendo a repentaglio la propria?”. 
 
Il Segretario Regionale Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta Claudio Delli Carri

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