Cambiano le norme per la fusione dei Comuni, d’ora in avanti sarà necessario la maggioranza dei cittadini di ogni singolo Comune, coinvolto nella consultazione referendaria, sia d’accordo: solo in questo caso l’iter potrà proseguire. Lo ha deciso il Consiglio nella seduta di martedì 13 dicembre, approvando il Ddl di modifica all’attuale normativa. “Questa è una legge molto attesa dai piemontesi - ha spiegato il relatore del provvedimento Andrea Cane (Lega) - che punta a una maggiore democrazia nel processo di fusione dei Comuni”.
Il gruppo della Lega, per voce dei consiglieri Alberto Preioni, Matteo Gagliasso e Riccardo Lanzo, ha sottolineato di “portare avanti l’autodeterminazione dei territori. Siamo rappresentanti dei cittadini e stiamo dando loro la possibilità di esprimersi”. “Prendiamo atto della volontà della maggioranza, ma il vero problema per i piccoli comuni è avere l’agibilità amministrativa per affrontare la complessità delle materie”, ha spiegato Domenico Ravetti (Pd). Per Carlo Riva Vercellotti (Fdi) “è doveroso sentire le popolazioni, come prescrive la Costituzione. Le fusioni vanno bene se nascono da una scelta popolare e non per volontà della maggioranza di un Consiglio comunale”. “Con questa legge arriva a compimento un percorso - ha dichiarato Giorgio Bertola (Europa Verde) - dobbiamo conciliare due esigenze: il rispetto della volontà popolare e le problematiche degli amministratori locali”. “Siamo d’accordo sul provvedimento - ha spiegato Sean Sacco (M5s) - la legge è stata utilizzata per risolvere alcune problematiche dei Comuni, ma senza un coinvolgimento e una giusta informazione della popolazione”. Per Paolo Ruzzola (Fi), “andiamo a sanare delle criticità di una legge che non coinvolgeva realmente la popolazione, perché il responso dei cittadini poteva essere ignorato”.