Nel mondo del lavoro solitamente il gender gap, cioè il divario di genere, è a favore degli uomini. In media le donne incontrano maggiori difficoltà a trovare un impiego e a rivestire ruoli di responsabilità, soprattutto a causa della persistenza degli stereotipi di genere e del lavoro di cura (nei confronti di bambini e anziani) che è ancora sostenuto per la maggior parte dalle donne. In Unione europea, secondo i dati del 2022, risulta occupato l’80% della popolazione maschile in età lavorativa contro il 69,3% di quella femminile, con una differenza quindi di 10,7 punti percentuali. Il primo paese in Ue per gender gap lavorativo è la Grecia. Ma anche la situazione italiana continua a essere grave, l’Italia infatti si trova al secondo posto, seguita dalla Romania.
C’è un settore però in cui questa tendenza solitamente viene smentita, si tratta dei comuni. Nelle amministrazioni, infatti, la presenza femminile è in media in Italia leggermente superiore a quella maschile. Anche se il dato è molto variabile se si prendono in considerazione i diversi territori della penisola italiana.
Secondo i dati della fondazione indipendente Openpolis disponibili gratuitamente sul loro sito, nella pubblica amministrazione le donne rappresentano il 59% del totale. Dato che corrisponde a circa 1,9 milioni di lavoratrici. Negli enti locali, le donne sono il 55% del totale del personale, quasi 200mila. Se si prendono in considerazione le diverse fasce d’età delle persone assunte, le donne sono numericamente sempre di più se paragonate agli uomini, ad eccezione di chi ha un’età superiore ai 60 anni. In quest’ultimo caso risultano assunti 43mila uomini e quasi 35mila donne.
In provincia di Cuneo sono 33 le amministrazioni in cui il 100% del personale è femminile. Tra queste ci sono comuni come Alto, Arguello e Bellino, tutti paesi molto piccoli, con meno di 200 residenti secondo i dati disponibili su internet. In questa lista il comune con più abitanti è Barbaresco, che sfiora appena i 600 residenti. Diciassette comuni superano il 69% di donne nel personale, tra questi figurano Caraglio (70%) e Vignolo (71%).
Centotredici sono però le amministrazioni che presentano una percentuale di donne assunte inferiore al 51%. Rientrano in questo gruppo città come Morozzo (50%), Pietraporzio (50%), Demonte (46%), Dronero (46%), Limone Piemonte (44%), Entracque (30%), Roccasparvera (25%) e Vernante (20%). Di questi 113, sedici hanno personale unicamente maschile. Fanno parte della lista luoghi come Moiola e Momabarcaro. Il comune di Cuneo supera di poco il 50%, registrando il 52% di personale femminile. Un dato sotto la media italiana.
La situazione in Italia
Prendendo in considerazione solo i capoluoghi a livello nazionale, quelli in cui sono assunte più donne si trovano tutti in Emilia-Romagna. In testa c’è Bologna con il 76%, seguita da Forlì e Reggio nell’Emilia con il 74%, Parma e Modena con il 73%. Al fondo della classifica invece ci sono Caserta con il 32%, Cosenza con il 31% e Salerno con il 29%. Analizzando invece tutti i comuni, non solo i capoluoghi, la prima è la Valle d’Aosta, dove nell’85% dei comuni il personale è almeno per il 50% composto da donne. Ma esistono anche 247 comuni in cui il personale è al 100% femminile e molti di questi si trovano nella nostra regione. Come riporta Openpolis, “in termini assoluti, circa la metà si trova in Piemonte (140). Quello piemontese è un caso particolare: circa un comune su dieci vede solo donne tra il personale”.