CUNEO - In provincia di Cuneo sono 1.820 gli operatori sanitari non vaccinati contro il Covid

Si tratta del 7,6% del totale. I dati sono stati resi noti dalla Regione Piemonte: 1.388 nell'area dell'Asl CN1, 432 nell'Asl CN2

Redazione 02/09/2021 18:42

In provincia di Cuneo sono in totale 1.820 (su un totale di 24.017, il 7,6%) gli operatori sanitari che non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale anti Covid. I dati sono stati resi noti dalla Regione Piemonte: in totale sono 13.747 i sanitari impiegati in Piemonte non aderenti, l’8% dei 167.706 totali: 153.904 quelli vaccinati con almeno una dose, 55 quelli che hanno aderito e sono in attesa di somministrazione.
 
Per quanto riguarda la Granda, nell’area dell’Asl CN1 la percentuale di non vaccinati si attesta all’8% (1.388 su 18.179), mentre nell’Asl CN2 al 7% (432 su 5.838). La provincia con la più alta percentuale di sanitari non vaccinati è Biella (12%), mentre nelle province di Novara e Vercelli il dato è al 6%.
 
L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi e la Direzione della Sanità hanno incontrato oggi nella sede dell’assessorato le rappresentanze sindacali del comparto sanitario (Nursing Up, Cgil, Cisl, Uil, Fials e Fsi Usae) per fare il punto sui provvedimenti di sospensione dei sanitari non vaccinati.
 
Si legge nella nota diffusa dalla Regione: “Sono stati illustrati i dati aggiornati relativi ai soggetti con obbligo vaccinale in Piemonte ed è stata discussa la nota dell’Unità di crisi sulle sospensioni dei sanitari non vaccinati per favorire l’applicazione uniforme delle procedure relative agli obblighi di legge, con particolare riferimento alla sospensione dei soggetti che risultano assenti. È stato concordato l’impegno a dare indicazioni e monitorare attentamente eventuali situazioni che possano compromettere l’erogazione dei servizi sanitari sul territorio. Si è infine ribadito l’impegno a proseguire e accelerare le procedure di reclutamento a tempo indeterminato di nuovo personale sanitario del comparto da parte delle aziende sanitarie locali”.

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