Lunedì 23 settembre il presidente della Provincia, Federico Borgna, ha invitato a Cuneo la neo ministra alla Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone e tutti i parlamentari eletti nel Cuneese. All’incontro nella sede di corso Nizza erano presenti il senatore Mino Taricco e i deputati Monica Ciaburro e Enrico Costa, assenti invece – oltre alla ministra Dadone – anche Giorgio Bergesio, Marco Perosino, Flavio Gastaldi e Chiara Gribaudo.
Il lavori – alla presenza anche dei consiglieri provinciali – sono stati introdotti da Borgna che ha ringraziato chi ha aderito all’invito, ricordando l’importanza di un tale confronto istituzionale che è la base di una collaborazione ai vari livelli. Al primo punto all’ordine del giorno la ripartizione dei contributi statali destinati alle manutenzioni di strade e scuole che, per un complesso meccanismo del decreto del Ministero degli Interni del marzo scorso, penalizza notevolmente la provincia Granda rispetto alle altre 76 province delle Regioni a statuto ordinario. Quella di Cuneo risulta terz’ultima in Italia (dopo Biella e Vibo Valentia) con un finanziamento di 1.156.581 euro (su un totale di 250 milioni) perché il criterio adottato assegna maggiori risorse agli enti che hanno ridotto maggiormente le spese per strade e scuole. Quindi chi, come Cuneo, è riuscito ugualmente a far fronte alla situazione, con avanzi di gestione e contributi della Regione, è stato fortemente penalizzato.
I dati della Provincia di Cuneo parlano chiaro: è la quarta in Italia per estensione territoriale, la seconda per numero di Comuni e la ventinovesima come numero di abitanti. Il suo territorio è all’80% è montano con 3.227 km di strade provinciali. Così per le scuole: la Granda conta 25.643 studenti, più di 80 edifici scolastici ed è di gran lunga la prima di tutte le province piemontesi, esclusa Torino. Di conseguenza le spese per sgombero neve sulle strade e di riscaldamento per le scuole sono ampiamente superiori rispetto ad altre provincie. Eppure essere virtuosi non paga.
“I cittadini cuneesi – è intervenuta per prima la consigliera provinciale Milva Rinaudo – si sentono pertanto penalizzati, anche perché queste sono le cifre di riaprto che spetteranno alle singole Province anche per i prossimi 15 anni”. Preoccupazione è stata espressa anche dagli interventi dei consiglieri Bruno Viale, Annamaria Molinari, Massimo Antoniotti, Alberto Simone, Pietro Danna, Carla Bonino, Roberto Passone e Rosita Serra che hanno portato le istanze dei territori soprattutto in fatto di viabilità. In particolare il presidente Borgna ha evidenziato le criticità in campo infrastrutturale e dei collegamenti ricordando la situazione dell’autostrada Asti-Cuneo, del raddoppio del tunnel di Tenda tra Italia e Francia, del raddoppio della linea ferroviaria Cuneo-Fossano e la revisione del trattato internazionale sulla linea Cuneo-Ventimiglia-Nizza per rilanciarla anche con il transito dei treni merci verso la Francia, oltre all’annosa vicenda della variante di Demonte in valle Stura e più in generale alle condizioni delle strade provinciali.
“Per questo motivo – ha ribadito Borgna – serve un’azione politica forte che modifichi i parametri di riferimento soprattutto per le prossime annualità perché il criterio di riparto non tiene conto dei chilometri di strade e del numero delle scuole con un delta tra la spesa 2016-2017 (anni particolarmente nevosi) e la media di altri periodi”. Nel dicembre scorso il presidente Borgna aveva inoltrato a tutti i parlamentari della Granda un emendamento alla Finanziaria che prevedeva parametri diversi, ma purtroppo non è mai stato discusso.
Taricco, Ciaburro e Costa hanno confermato la loro massima disponibilità a portare avanti insieme una battaglia che risulta essere urgente e motivata. In particolare, si tratta di rimettere mano al decreto del 4 marzo scorso per il quale i parlamentari cuneesi hanno chiesto che venga loro fornita tutta la documentazione. L’impegno assunto dai parlamentari è quello di ritrovarsi a Roma per lavorare insieme su questi temi, riconoscendo alle Provincie un ruolo strategico di coordinamento per le varie necessità di tutto il territorio.