CUNEO - In tanti al corteo contro i cambiamenti climatici solo per 'tagliare' scuola? Anche se fosse è irrilevante

Il tema è la salvaguardia del pianeta, non se dopo la manifestazione gli studenti abbiano raccolto o meno le cartacce (sì, lo hanno fatto, e non erano neanche le loro)

Samuele Mattio 27/09/2019 13:03

Molti di loro hanno manifestato per ‘tagliare’ la scuola con il placet del Ministro? È possibile. Nel corteo c’erano ragazzini che non avevano alcuna consapevolezza delle parole che stavano ascoltando? Molto probabile. La maggior parte dei manifestanti è arrivata a Cuneo con un mezzo motorizzato? Più che plausibile.
 
Potremmo continuare a lungo analizzando le tante contraddizioni evidenziate dai detrattori della protesta contro il surriscaldamento globale che stamane ha coinvolto gli studenti di oltre 180 città italiane tra cui Cuneo e Alba, ma il tema posto dai giovani scesi in piazza è un altro: la salvaguardia del pianeta. Sarebbe bene che in molti aprissero le orecchie, anche quelli che stamane, venerdì 27 settembre, davanti al bancone del bar, si chiedevano che cosa facessero tutti quei ragazzi per le vie della città. Nel corteo organizzato nel capoluogo della Granda dal Collettivo Sesamo e dalla neonata Consulta Giovanile del Comune di Cuneo i manifestanti erano poco meno di duemila, più o meno lo stesso numero di persone che lo scorso 15 marzo sfilò da piazza Europa a largo Audiffredi. 
 
Tra gli organizzatori Mafalda Collidà, del collettivo Sesamo, che ha preso la parola per ricordare a tutti i motivi della protesta. “Il cambiamento climatico è reale, non vogliamo essere protetti dalle catastrofi ambientali e conviverci, ma vogliamo che queste non avvengano affatto: per reagire è necessario un cambiamento senza precedenti nella società”. Tanti i punti proposti per una svolta ‘green’: la limitazione delle coltivazioni intensive, la chiusura delle centrali a carbone, lo stop all’eccessivo utilizzo dei combustibili fossili, la riduzione della cementificazione del suolo, l’implementazione dei motori elettrici, l’eliminazione degli inceneritori possibile grazie a un miglioramento della raccolta differenziata. Se si interrogassero su questi temi metà di coloro che si sono posti il problema di sapere se gli studenti volessero solo fare il ‘ponte lungo’, o se dopo la manifestazione hanno raccolto le cartacce buttate a terra, saremmo già a buon punto.
 
Per la cronaca la risposta è sì, le hanno raccolte, nonostante mozziconi e rifiuti vari non fossero stati lasciati da loro, ma magari da qualcuno che ora va a interrogarsi sulla coerenza delle loro azioni. D’altronde le critiche che sono piovute sul movimento ambientalista fin dalla sua nascita sono sempre incentrate sulla delegittimazione di chi sostiene la battaglia o sul negazionismo spicciolo. Non uno che si preoccupasse di entrare nel novero di coloro che portano dati concreti. Sostenere l’inesistenza del surriscaldamento globale portando argomentazioni che non siano il ‘Fa freddo’ sembra un’impresa proibitiva anche per i maestri di retorica, ma se anche all’ombra della Bisalta abbiamo ospitato i raeliani non possiamo permetterci di escludere nulla.
 
Questa volta il fiume umano, partito dalla medesima base, si è diretto in piazza della Costituzione, dove gli organizzatori hanno letto delle riflessioni sul tema. Davanti alla folla sono intervenuti anche Paolo Cavallo della Fabbrica dei Suoni, cooperativa che si occupa delle attività al Parco Fluviale di Cuneo: “Mi ha colpito che non fosse un corteo politicizzato: è la prova che si può parlare di ambiente a tutti i colori politici”. “Auguro a tutti voi di avere un’esperienza come la mia” ha detto Marianna Giraudo, che al Parco Fluviale ha fatto la volontaria. Poi ognuno per la propria strada, nella speranza di tornare ad essere in tanti. Le prossime iniziative? “Top secret”.

Notizie interessanti:

Vedi altro