“Venerdì pomeriggio, dopo il lavoro, ho preso la macchina e mi sono diretto verso Breil: sapevo che la strada a Vievola era già impercorribile e il tunnel non era raggiungibile, ma speravo di riuscire a tornare a casa in treno. Durante il tragitto mi sono trovato letteralmente circondato dall’acqua, sentivo le pietre che sbattevano contro la mia auto. Fortunatamente sono riuscito a fare inversione e a tornare indietro: ora sono bloccato qui. Da venerdì dormo in casa di riposo, abbiamo un generatore di corrente: ci resta elettricità per altri due giorni”.
A parlare è Andrea Gribaudo, 29 anni, residente a Borgo San Dalmazzo. Infermiere nella casa di riposo di Saorge, è uno dei tanti frontalieri cuneesi che ogni giorno superano il confine per andare a lavorare in valle Roya.
Nel tardo pomeriggio di venerdì è stato testimone oculare della disastrosa alluvione che ha devastato la valle isolando intere comunità: “Ho avuto paura, devo ammetterlo. La mia caposala era partita un’ora prima di me verso Breil, ho deciso di fare lo stesso: non sapevo che in realtà lei non era mai arrivata a destinazione, ma era stata salvata dai pompieri francesi dopo essere stata colta da un attacco di panico una volta circondata dall’acqua. Nella mia vita non ho mai visto nulla di così spaventoso: la strada non c’era più, il fiume aveva onde che sembravano quelle di un mare in burrasca”.
Un’ondata, quella del Roya in piena, che ha lasciato alle sue spalle uno scenario apocalittico: “La valle non c’è più, è stata completamente cancellata. - spiega Gribaudo - Qui la gente non ha più nulla, tutte le persone che conosco hanno perso qualcosa: chi la macchina, chi la casa, chi le scorte di legna per l’inverno. Sono state spazzate via poste, banche, a Saint Dalmas de Tende tre quarti di cimitero sono stati inghiottiti dalla piena, in questi giorni si stanno recuperando i corpi che affiorano dall’acqua. È un disastro”.
Ora il futuro della valle, sia a breve che a lungo termine, appare decisamente complicato, anche bisogni che oggi siamo abituati a dare per scontati sono diventati necessità complesse da soddisfare: “Gli approvvigionamenti alimentari sono un problema: in alcune zone si sta provvedendo a portare viveri con gli elicotteri, chi è ancora senza elettricità sta dando fondo alle scorte che aveva nei frigoriferi e nei freezer, i più fortunati hanno un generatore elettrico. La valle è isolata in tutti i sensi, solo adesso si stanno parzialmente ripristinando i collegamenti telefonici. E ancora le cure mediche: qui molte persone scendono a Menton o Nizza per visite ed esami, ora è impossibile arrivarci. Qui nella zona di Saorge c’è un’alternativa, si può transitare per il Col de Braus e per Sospel, ma dalla parte alta della valle è impossibile scendere sulla costa e anche l’ospedale di Breil è irraggiungibile”.
Per la valle Roya, insomma, all’orizzonte tempi durissimi, anche una volta messa alle spalle questa prima fase dell’emergenza: “Per tornare alla normalità serviranno anni, - prosegue l’infermiere di Borgo San Dalmazzo - onestamente ad oggi è difficile immaginare un futuro qui: ho già sentito diversi giovani dire che se ne andranno. Qui non c’è più niente: non ci sono servizi, non ci sono strade, l’acqua ha portato via tutto”.
E poi c’è la situazione dei frontalieri: una trentina di persone residenti in provincia di Cuneo che ogni giorno raggiungono il posto di lavoro in valle Roya. Anche il loro futuro, ora, è un’incognita. “Al momento c’è da affrontare questa emergenza, quindi il discorso non è ancora stato affrontato, ma rischiamo seriamente di perdere il lavoro”, spiega Gribaudo: “La casa di riposo in cui sono impiegato si appoggia all’ospedale di Nizza per alcune visite e per i prelievi del sangue, ora raggiungere la costa è molto complicato: chi vorrà ancora venire qui? Io sono dipendente della funzione pubblica francese e potrei venire trasferito altrove: non perderei il posto, ma si tratterebbe comunque di lasciare casa mia e di cambiare vita. Altri, con i collegamenti tra la provincia di Cuneo e la valle Roya cancellati, potrebbero semplicemente restare disoccupati. La situazione è disastrosa”.
Domani, mercoledì 7 ottobre, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron sarà in visita nelle zone del sud est del paese, flagellate dalla “tempesta Alex” tra venerdì 2 e sabato 3 ottobre.