In vent’anni il Piemonte ha perso il 23,9% dei suoi giovani. La nostra regione nel 2002 contava 914.194 residenti nella fascia di età 18-34 anni: nel 2022 il numero era sceso a 695.909. È quanto emerge da un rapporto pubblicato dall’Istat nei giorni scorsi, il quale offre in particolare un focus sul Mezzogiorno. A livello nazionale il calo è stato del 23.3%: si è passati dai 13 milioni e 395 mila residenti del 2002 ai 10 milioni e 273 mila del 2022. Un dato in controtendenza rispetto a quello della popolazione totale, che nello stesso lasso di tempo è cresciuta del 3,3%. Un dato che fa dell’Italia il Paese UE con la più bassa incidenza di 18-34enni sulla popolazione totale (nel 2021 il 17,5%, contro una media UE del 19,6%).
La regione più colpita da questo fenomeno è la Sardegna, che tra il 2002 e il 2022 ha perso addirittura il 39,8% della sua popolazione tra i 18 e i 34 anni: seguono Basilicata (-32,2%) e Calabria (-31,4%). In generale sono le regioni del Mezzogiorno a presentare il calo più consistente, -28%, contro il calo del 20,3% delle regioni del centro nord. Questo nonostante l’incidenza dei giovani sulla popolazione totale resti più alta al sud (18,6%) rispetto al centro nord (16,9%).
“Il decremento della popolazione giovanile in Italia prende avvio nella seconda metà degli anni Novanta, a partire dal picco del 1994 (15.183.990), esito conclusivo del secondo baby boom”, si legge nel documento pubblicato dall’Istat. Un decremento che si lega a doppio filo alla denatalità, la quale a propria volta è collegata ad una più lenta e difficoltosa - rispetto al passato - transizione verso l’età adulta e verso l’indipendenza economica. Prendendo in considerazione le regioni del nord, la percentuale degli uomini in età 18-34 anni che vivono ancora con la famiglia è salita dal 65,7% al 69,5% tra il 2001 e il 2021. Per le donne il dato è salito dal 50,6% al 57,1%. In aumento, sempre per quanto riguarda le regioni del nord, anche l’età media del matrimonio (da 33 a 37 anni per gli uomini, da 29 a 34 anni per le donne) e quella del primo figlio (da 35 a 36 anni per gli uomini, da 31 a 32 per le donne). Aumenti che sono ancora più marcati per quanto riguarda le regioni del centro e del sud.