Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso dal Comitato di Quartiere Cuneo Centro.
E’ iniziato da pochi giorni il 2021, un anno che ha già generato molte aspettative, in primis per quanto riguarda il contenimento del - se non l’immunità dal - famigerato Coronavirus. Il 2020 è stato un anno al tempo stesso sfidante e faticoso, perchè il virus è sopraggiunto in un momento di grande trasformazione delle dinamiche del quartiere. Dalle riflessioni sul futuro di piazza Martiri al ripensamento della viabilità delle vie più commerciali (come via Carlo Emanuele, o via XX settembre), dal Policlinico a Corso Giolitti, Cuneo Centro è oggetto di numerosi interrogativi sul suo futuro sociale ed urbanistico. Come Comitato abbiamo intercettato alcuni di questi interrogativi con l’attività di sportello cittadino, attivo una volta a settimana presso la nostra sede di via Silvio Pellico 10, durante il quale le cittadine e i cittadini incontrano i membri del Comitato di Quartiere. Quello dello sportello è un momento di scambio di notizie circa lo stato di salute sociale ed ambientale della zona, ma anche di raccolta di proposte per organizzare eventi che vivacizzino il quartiere, lo rendano più accessibile e più bello. L’approccio del Comitato, e dei suoi componenti, vuole essere sempre il più possibile partecipativo e coinvolgente. Alcune delle attività svolte sono state accompagnate da un forte supporto dell’Amministrazione Comunale, permettendo una sinergia motivante che ha portato a soluzioni efficaci per rendere il nostro quartiere vivibile e partecipato.
Al tempo stesso, urgono due forti interventi che i residenti (e noi con loro) chiedono da tempo. Primo, la riqualificazione di Piazza Martiri, unica piazza del Quartiere Cuneo Centro, relegata a parcheggio selvaggio da anni mentre potrebbe essere l’esempio di quel compromesso urbano tra residenti e frequentatori della città di Cuneo, con un intervento di garage di pertinenza (non parcheggi pubblici) per i residenti sotto, e un polmone verde sopra, fiore all’occhiello della socialità del Quartiere. Secondo, non in termini di importanza, serve una tangibile presenza delle Istituzioni nella zona di via Meucci, Corso Giolitti e via Pellico. Una presenza che riesca a coniugare la necessità di “sicurezza”, ma anche quella “socio-educativa-assistenziale”. Infatti, nonostante gli sforzi sopra citati, ci troviamo a denunciare il persistere di un atteggiamento di abbandono. Ci riferiamo al continuo spaccio a cielo aperto da parte di volti ormai noti a tutti, sempre presenti agli stessi angoli, e all’uso improprio che ne consegue, delle panchine di via Pellico. Ci viene sempre spiegato che la falla si trova nel quadro normativo. Per questo è necessario dare importanza ad un parallelo intervento sociale: nella maggior parte dei casi si tratta di individui completamente abbandonati e lasciati a sé stessi, che non hanno niente da perdere perché spesso ormai privi dei diritti fondamentali (a causa di mancanza di documenti validi). Abbiamo segnalato da tempo l’urgenza di un intervento sociale e di legalità su quella zona, anche per combattere la continua chiusura di attività di commerciali e il rischio gesti discriminanti nutriti da rancori. Si sta alimentando una frattura sociale già molto segnata e che può essere pericolosa perché mette a repentaglio non soltanto il benessere psico sociale dei residenti e di chi lavora nell’area, ma anche delle persone straniere che la frequentano, a causa delle pericolose generalizzazioni. Il Comitato chiede, da mesi, un presidio regolare di educativa di strada e una collaborazione tra le forze dell’ordine e il Comune (nella fattispecie l’assessorato alle politiche sociali), da affiancare all’intervento del La.Boa (finanziato dal bando periferie) che ha il compito di “sviluppare comunità”. Sottolineiamo i due caratteri di intervento, quello repressivo e quello educativo, perchè la situazione non si risolve né con il solo prezioso spirito di accoglienza e tolleranza, né con il solo contributo, altrettanto prezioso, delle forze dell’ordine. Su questo tema, abbiamo sempre mostrato uno spirito costruttivo, come testimoniano anche alcune delle soluzioni da noi proposte: l’apertura di un ufficio pubblico nella zona e il decreto anti alcool.
Eppure, poco o nulla è stato fatto (o tarda ad arrivare, come le telecamere, che erano state previste per Natale) ed è dovere del Comitato di Quartiere denunciarlo davanti alle proteste dei cittadini e cittadine, di diverse fasce d’età e terra d’origine. In particolare, siamo a chiedere un immediato e tangibile intervento sulle panchine di via Pellico (in queste settimane meno bistrattate semplicemente per il clima invernale), altrimenti il Comitato non avrà più ragioni per opporsi alla volontà dei residenti di eliminarle, anzi chiederà la loro rimozione. Questo 2021 chiama anche noi del Comitato a cercare, insieme ai residenti, nuove soluzioni e spazi di libertà e partecipazione per il Quartiere, necessari per rispondere al trauma che ha modificato le nostre vite negli ultimi mesi con una potenza reattiva sia livello individuale che sociale. Lo faremo, come sempre, nel franco rispetto delle idee più diverse, pronti ad essere coinvolti in modo attivo nell’elaborazione delle scelte strategiche per lo sviluppo sostenibile della città, cercando costantemente la collaborazione dell’Amministrazione Comunale e delle Istituzioni tutte. Convinti e convinte, infatti, che insieme tutto sia possibile.