CUNEO - Incarichi lavorativi a consiglieri e assessori, non passa la “mozione trasparenza”

Bagarre in aula dopo le parole di Sturlese: “Cuneo città omertosa, l’unica differenza rispetto al Sud è che non si spara”. La sindaca si arrabbia: “Inaccettabile”

Andrea Cascioli 29/11/2023 20:10

Non è passata nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Cuneo la mozione di alcuni gruppi di opposizione (Cuneo per i Beni Comuni, Cuneo Mia, Indipendenti), sulla trasparenza negli incarichi lavorativi assunti da consiglieri e assessori.
 
La questione è già stata dibattuta nel recente passato, alla luce - ad esempio - delle polemiche seguite alla scoperta del fatto che lo studio tecnico dell’assessore Luca Pellegrino (geometra di professione) aveva svolto una perizia per il Miac, relativa alla vendita dei terreni ad Amazon. Nulla di illecito, perché della faccenda si era occupato non lui - sarebbe stato incompatibile - bensì lo zio e collega di studio. Tuttavia dalle minoranze si leva una richiesta di maggiore trasparenza, specie nell’ambito dell’urbanistica dove - sostengono i proponenti - le commistioni tra i grandi progetti e gli amministratori-professionisti (geometri, architetti, ingegneri) sarebbero troppe e troppo ricorrenti.
 
La mozione mirava ad aggiungere ai dati già pubblici, visionabili sul sito del Comune, un elenco di incarichi, consulenze e perizie assegnati dall’amministrazione e dalle partecipate, non solo ai professionisti presenti in giunta e in consiglio, ma anche agli studi professionali di cui fanno parte e ai parenti “fino al quarto grado”. Un modo per mettere sotto i radar, spiegano gli esponenti dell’opposizione, anche quello che non emerge dalle disamine limitate alle singole persone: nello scorso mandato, ad esempio, erano stati appena due i consiglieri che avevano ricevuto individualmente incarichi dalle partecipate del Comune. Male non fare, paura non avere, è in sostanza la logica che secondo Giancarlo Boselli (Indipendenti) dovrebbe ispirare questi elenchi: “Anche le pratiche patrocinate e presentate presso gli uffici comunali dovrebbero essere qui indicate. Non vedo quale problema ci sia a far sapere che si stanno seguendo un certo numero di pratiche: si potrà dire che se quei professionisti fanno tante pratiche è perché sono bravi”.
 
La maggioranza paventa però il rischio che si ledano precisi diritti, a cominciare dalla privacy. Lo ha spiegato Monica Pellegrino di Centro per Cuneo, con una disamina “in punto di diritto” di quanto ad oggi si può e non si può chiedere in questo campo: “In linea di massima, - dice la consigliera, citando le linee guida del garante per la privacy - una diffusione di dati personali è consentita se vi è idonea base giuridica, in genere se la pubblicazione è prevista da leggi e regolamenti”. Non è ammessa, in particolare, “la pubblicazione dei dati sensibili dei parenti, perché si creerebbe un conflitto con la normativa sulla privacy”. È proprio così? Boselli sostiene di no: i dati sensibili, dice, riguardano altre informazioni che qui non vengono richieste.
 
Il dibattito ha diviso l’aula per oltre un’ora, prima che lo sbarramento della maggioranza facesse cadere la mozione: contrari diciassette, favorevoli dieci. Con tre significative astensioni tra i banchi della maggioranza, quelle del democratico indipendente Erio Ambrosino, di Nino Pittari del gruppo misto e della capogruppo di Cuneo Solidale Democratica Stefania D’Ulisse: “Nessuno mi ha convinta fino in fondo, ma questa mozione mi ha messa in crisi” ha ammesso la consigliera.
 
Alla fine a far litigare, più del testo della mozione, sono state le parole di uno dei suoi sponsor più convinti, Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni: “Una decina d’anni fa ho avuto occasione di dire che in questa città prevalgono comportamenti al limite dell’omertosità: le cose si dicono, si bisbigliano, si sussurrano, ma nessuno ha mai denunciato nessuno. L’unica cosa è che a differenza del Sud, per il momento, non si spara”. E poi giù con accuse pesanti: “Imprenditori con cui ho parlato mi dicevano di essere stati avvisati dal responsabile del settore, che segnalava la futura edificabilità di terreni di loro proprietà dopo l’approvazione del piano regolatore”. Scenari da Mani sulla città a Cuneo? Un sospetto che ha suscitato l’indignazione della sindaca Patrizia Manassero: “Dire che l’unica differenza di questa città rispetto ad altre è che ‘non si spara’ è un insulto ai cuneesi: perché vuol dire affermare che Cuneo è profondamente mafiosa e questo non si può ascoltare”.

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