Il sindacato infermieristico e delle professioni sanitarie Nursing Up lancia, a partire dall’11 agosto, il ‘Camper del Rispetto’, un viaggio in tutto il Piemonte in cui il sindacato andrà ad incontrare tutti i colleghi piemontesi. La volontà è quella di “ascoltare i problemi di ognuno e affermare ancora una volta la necessità di ottenere subito e una volta per tutte diritti e riconoscimenti da troppo tempo promessi e mai realizzati”. Un camper giallo e blu del Nursing Up visiterà quindi ogni provincia e ogni struttura sanitaria della regione.
Spiega il segretario regionale Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing Up, Claudio Delli Carri: “Ciò che noi pretendiamo si riassume in una sola parola: rispetto. Crediamo di avere dato più che ampia dimostrazione di rispetto verso i pazienti in una situazione difficilissima in questi mesi. La stessa cosa crediamo sia giusto venga ora tributata a noi. Per questo, crediamo che l'iniziativa del Camper di Rispetto, che arriverà in ogni provincia del Piemonte, sia significativa della necessità di unirci, di serrare le file di tutta la categoria, per ottenere risultati che non è più possibile rimandare. Tutto ciò, perché alle lodi e alle promesse dei mesi di pandemia continuano a non seguire i fatti. Basti pensare al vergognoso blocco del risarcimento regionale per i sanitari impegnati nella lotta al Covid 19”.
Ciò che il Nursing Up chiede a gran voce sono interventi strutturali sul piano organizzativo, contrattuale ed economico. E il tour regionale del ‘Camper del Rispetto’ sarà propedeutico alla manifestazione nazionale di Roma, prevista per il 15 ottobre prossimo, dove infermieri e professionisti sanitari si ritroveranno per chiedere cambiamenti strutturali. In cima alle rivendicazioni l’adeguamento degli stipendi e l'uscita dal comparto a favore di un’area separata di contrattazione.
“Dobbiamo ricordare che gli infermieri e professionisti della sanità in Piemonte e in Italia hanno gli stipendi più bassi d’Europa e indennità di rischio e disagio che gridano vendetta tanto sono esigue - conclude Claudio Delli Carri -. Una vergogna a cui si aggiungono inadeguatezza delle dotazioni di professionisti e personale di supporto, carichi di lavoro tanto pesanti che danneggiano le vite e la salute, organizzazioni di lavoro intimidatorie e deprofessionalizzati. Tutto ciò si risolve semplicemente applicando un concetto: avendo rispettodi noi, del nostro lavoro e della nostra preparazione professionale. Rispetto che va riconosciuto oggi, senza altre parole o false promesse”.