Ha suscitato dibattito l’intervento con cui una lettrice lamentava il rifiuto, da parte di alcuni esercenti del Cuneese, ad accettare pagamenti col Pos (peraltro una modalità prevista dalla legge). Di seguito riportiamo una replica:
Buongiorno. Leggevo la segnalazione di una vostra lettrice che si lamentava del fatto che “il negoziante ha difficoltà ad accettare il pagamento con la carta di credito e addirittura sia allergico ai moderni metodi di pagamento”.
Io sono un negoziante (tabaccaio) e non sono per niente allergico ai moderni metodi di pagamento. Anzi. Ci risparmiarebbe certi rischi di cui tutti siamo a conoscenza. Noi tabaccai (giusto per capirci siamo 60.000 in Italia) siamo allergici alle commissioni bancarie da usura a cui siamo sottoposti.
Sulle commissioni bancarie è tutta una questione di numeri. Come si sa, noi tabaccai, a differenza di un'altra attività qualsiasi, dove il prezzo di vendita è a discrezione del venditore decidendo cosi il suo margine di guadagno, abbiamo un aggio del 10% lordo su un prezzo imposto del monopolio. Per cui, diciamo che su una vendita di qualche pacchetto per un importo di 20.00 euro, il mio guadagno è di 2,00 euro lordi. La carta mi porta via il 2% sull’incasso 20.00 euro (0,40 cents) e non sul mio aggio, il che corrisponde al 20% (ripeto 20%) del proprio guadagno.
Sfido qualsiasi lavoratore a dover lasciare alle banche tale percentuale. Senza poi parlare delle ricariche telefoniche dove le commissioni bancarie superano quello che è il nostro aggio (e sarei obbligato ad accettare la cosiddetta carta di credito?).
Invece, sulla “tua” comodità, non capisco perché la debba pagare io. Da quando il mondo è mondo se cerchi la comodità la paghi, a meno che tu voglia “pescare” ma con le rette degli altri.
Ringrazio per l'attenzione che verrà riservata alla presente e cordialmente saluto
Luis Nunes