"Sono mesi che spieghiamo alla gente di vaccinarsi per evitare il tampone, perché così indossa una corazza per sé e per gli altri. Imporre il tampone in maniera generalizzata rischierebbe di minare questo messaggio. Non mi sembra la soluzione giusta”.
C’è anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio tra i governatori perplessi sull'obbligo di test per vaccinati o guariti dal Covid di cui si sta discutendo in queste ore. "Che il tampone diventi misura ordinaria per un vaccinato con super Green pass per vivere la propria socialità contraddice tutto il lavoro fatto", aggiunge il numero uno della Giunta piemontese, intervistato da Rai News.
Intanto dalle parti di Palazzo Chigi i ministri la prendono larga, affermando che “tutte le misure sono sul tavolo”. Delineando, così, i contorni della nuova emergenza. Perché un dato è certo, a 48 ore dalla cabina di regia e dal Consiglio dei ministri che partoriranno le misure anti-Covid per il periodo natalizio: la stretta in arrivo sarà rigida e mirata a un allargamento della fascia già ampia dei vaccinati. Il timore di Cirio e di altri governatori delle regioni italiane è che le nuove misure vadano a colpire proprio questi ultimi.
Secondo le indiscrezioni di stampa trapelate in queste ore potrebbe arrivare dal Governo il via libera a provvedimenti molto restrittivi, come i tamponi obbligatori per chi partecipa a eventi pubblici - si parla di cinema, teatri discoteche e feste -, le mascherine all’aperto (misura con cui i cuneesi hanno già a che fare in ottemperanza a un’ordinanza del sindaco Federico Borgna) e l'accorciamento della durata del Green pass.