CUNEO - Istat, a picco la speranza di vita. L’effetto Covid pesa anche nella Granda

In provincia dagli 82,9 anni di media si passa a 81,6: l’indice torna di colpo ai valori di un decennio fa. In tragico aumento anche la mortalità stradale

Andrea Cascioli 06/09/2021 18:59

 
Gli italiani hanno “perso” in media oltre un anno di vita nel corso del 2020: a certificarlo è l’Istat nel suo aggiornamento annuale sugli indicatori del Benessere equo e sostenibile dei territori.
 
Non è in assoluto la prima volta che si registra un rallentamento della speranza di vita alla nascita, ma rispetto ai lievi cali registrati nell’ultimo decennio (da 82,6 anni nel 2014 a 82,3 nel 2015, poi dagli 82,8 del 2016 agli 82,6 dell’anno successivo) impressiona l’entità del fenomeno. Per l’ultima annata disponibile si parla infatti di una riduzione media di 1,2 anni a livello nazionale, con il passaggio dagli 83,2 anni del 2019 agli 82,0 del 2020.
 
A testimoniare l’incidenza della pandemia da Covid-19 su questi numeri è soprattutto la distribuzione territoriale dei picchi più vistosi. Nelle martoriate province di Bergamo, Cremona e Lodi, tra le più colpite dalla prima ondata di coronavirus, la discesa è addirittura di 4,3 anni e 4,5 anni per gli uomini. Segue la provincia di Piacenza con un -3,8 anni. Negli stessi territori sono ingenti anche le variazioni riscontrate tra le donne: -3,2 anni per Bergamo, -2,9 anni per Cremona e Lodi e -2,8 anni per Piacenza.
 
Cuneo perde 1,2 anni sia nell’insieme dei soggetti di sesso maschile che tra quelli di sesso femminile. Nel complesso la speranza di vita si assesta a una media complessiva di 81,6 anni (in calo dagli 82,9 del 2019), dato dall’intersezione tra i 79,4 anni di media tra gli uomini (rispetto agli 80,6 dell’anno prima) e gli 84,0 tra le donne (erano 85,2 nel 2019). Se alcuni cali di scarsa consistenza si erano già registrati tra il 2011 e il 2012, tra il 2014 e il 2015 e di nuovo tra il 2016 e il 2017 (rispettivamente -0,1, -0,3 e -0,1 sull’indice generale), per tornare a valori analoghi bisogna andare indietro di dieci anni, arrivando al dato identico del 2010.
 
Tra le cause di mortalità per cui sono già disponibili i dati aggiornati al 2020 spicca nella nostra provincia anche il persistente dramma degli incidenti stradali. Qui l’indice generale di 0,9 morti ogni 10mila abitanti resta in miglioramento rispetto a dieci anni fa (quando i decessi erano 1,4 ogni 10mila abitanti) ma peggiora di uno 0,1 rispetto al 2019. I valori sono più significativi se disaggregati per sesso, perché mentre tra le donne le vittime della strada sono 0,3 ogni 10mila abitanti (dato analogo all’anno precedente), tra gli uomini l’indice passa da 1,1, a 1,5. Distante dal picco di 2,1 toccato nel 2012 ma ancora tra i più neri nell’intero territorio nazionale, per la precisione al nono posto di questa tragica classifica assieme a Massa Carrara e Livorno: peggio fanno solo le province del Sud Sardegna (3,1), Cremona (2,5), Isernia (2,2), Siracusa (2,1), Barletta Andria Trani (2), Viterbo (1,9), Alessandria e Lodi (1,8).

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