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Le studentesse e gli studenti devono essere rassicurati sul fatto che non sono lasciati soli e che le decisioni prese, sulla scuola e sui loro tempi relazionali, non ricadranno passivamente su di loro. La possibilità di riaprire le scuole dopo la pausa pasquale, quantomeno iniziando da quelle dell’infanzia, le primarie e le secondarie di primo grado, deve essere sostenuta con tutti i mezzi possibili e incoraggiata attraverso la solidarietà della nostra comunità professionale”. È quanto si legge in un
comunicato stampa diffuso oggi, giovedì 25 marzo, dall’
Ordine degli Psicologi del Piemonte, dopo le mobilitazioni del mondo della scuola iniziate nelle scorse settimane che proseguiranno anche nei prossimi giorni.
La chiusura delle scuole e i lunghi periodi di Didattica a Distanza - si legge nel comunicato - “avranno conseguenze a lungo termine sul futuro della formazione, dell’educazione dei bambini e delle giovani generazioni, e della scuola”: “La scuola è quello spazio fisico e relazionale che offre alle bambine e ai bambini, agli adolescenti e ai giovani adulti il contesto in cui sperimentare possibilità di confronto e di crescita, ed esplorare nuove opportunità e vie di realizzazione. Non è solo un luogo fisico per imparare delle materie e per acquisire un titolo di studio importante per il loro futuro professionale. La scuola è il luogo chiave per realizzare i nostri sè possibili: esprimere chi si è e diventare chi si desidera diventare: è il luogo dove si possono incontrare altri che non sono come noi, altri da cui e con cui impariamo, altri che espandono la nostra visione del mondo e che ci aiutano ad apprezzare la ricchezza delle differenze individuali”.
“Cogliere il senso e l’impatto che queste interruzioni ed intermittenze - prosegue il comunicato - stanno avendo sulle bambine e sui bambini, sulle studentesse e sugli studenti, sugli insegnanti, sulle famiglie, sulla scuola, non è solo fondamentale ma doveroso. Gli studi scientifici nazionali e internazionali sono concordi nel ritenere che il disagio psicologico in età scolare e adolescenziale è aumentato: la ricerca evidenzia che le problematiche legate alle fobie sociali, alle somatizzazioni, alle forme di evitamento relazionale, alle risposte depressive, se da un lato, rinforzano la risposta comportamentale del ‘rimanere a casa’, utile al contenimento della diffusione del virus, dall’altro creano ansie anticipatorie e malessere psicologico e relazionale in persone di sempre più giovane età. Questi dati non possono essere ignorati con l’idea che una volta sconfitto il Covid-19 tutto ritornerà alla normalità tanto criticata in epoca pre-Covid, e tanto ambita oggi. Di fronte ai cancelli delle scuole nuovamente chiusi, in quasi tutto il territorio nazionale, il senso è quello di fare in modo che la distanza fisica sia arricchita di presenza psicologica, emotiva e relazionale, ma anche di risorse professionali ed economiche che permettano la sostenibilità di tutto questo. Per questo diventa fondamentale che le istituzioni governative regionali e nazionali investano a tutti i livelli affinché la scuola, anche nelle sue trasformazioni emergenziali, continui ad essere il luogo deputato alla crescita cognitiva, emotiva e relazionale delle giovani generazioni".