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Le condizioni drammatiche nelle quali stiamo sempre più scivolando consentono ai Dipartimenti di Salute Mentale di erogare ormai con estrema difficoltà le prestazioni che, invece, dovrebbero essere garantite dai Livelli Essenziali di Assistenza. Una situazione che si è aggravata con la pandemia e con le problematiche sociali ed economiche”. È un passaggio della
lettera che 91 direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale italiani hanno rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presidente del Consiglio Giorgio Meloni, al Ministro della Salute Orazio Schillaci e ad altri rappresentanti delle istituzioni. Tra i firmatari c’è anche il dottor
Francesco Risso, direttore del Dipartimento Salute Mentale interaziendale di Asl CN1 e “Santa Croce”.
Un appello che si apre così: “Abbiamo deciso di scrivervi questa sofferta lettera perché riteniamo sia diventato un nostro dovere etico a fronte dell’aumento del disagio mentale nel nostro paese, in particolare degli adolescenti, senza più possibilità di adeguate risposte da parte dei DSM”.
“C’è bisogno - proseguono i direttori - di iniziative concrete ed immediate per ricucire la rete pubblica dei DSM, sempre più sfilacciata, anche con un rilancio al loro interno dei percorsi psicologico-psicoterapeutici, per realizzare una salute mentale comunitaria, in grado di dare risposte integrate ai diversi aspetti biologici, psicologici e sociali”. La richiesta è di stanziare più risorse: “Chiediamo, rivolgendoci alla vostra sensibilità, di avviare un percorso concreto vincolando risorse definite per i servizi pubblici dei DSM, consentendo alle Regioni di attuare fin dal 2023 un piano straordinario di assunzioni, secondo gli standard per l’assistenza territoriale dei servizi di salute mentale definiti proprio pochi giorni fa dall’Age.na.s. Si tratta di destinare, al massimo in un triennio, oltre 2 miliardi al fine di raggiungere l’obbiettivo minimo del 5% del fondo sanitario per la salute mentale, come da impegno dei Presidenti delle Regioni nel 2001, richiamato anche dalla recente sentenza della Corte costituzionale 22 del 2022". In chiusura una speranza: “Che questa lettera appello possa determinare un intervento, perché il nostro grido di allarme sia accolto, a tutela di milioni di cittadini con disagio mentale e dei loro familiari”.