L’Assessore alle Politiche Sociali Chiara Caucino in II Commissione ha espresso le linee guida di breve periodo che intende portare avanti, affinché il cosiddetto welfare abitativo sia più coerente con le reali esigenze dei destinatari. Occorre quanto prima riequilibrare i requisiti di assegnazione previsti dalla Legge Regionale per l’attribuzione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. La residenza sul territorio piemontese da più tempo e l’assenza di patrimoni immobiliari-mobiliari nazionali ed esteri devono essere valutati, sia per le graduatorie di assegnazione, sia per i requisiti di permanenza dei nuclei già assegnatari.
Sarebbe d’uopo definire delle norme stringenti che impongano alle ATC l’immediata decadenza dall’assegnazione dell’immobile in caso di danneggiamenti: “Troppo spesso immobili consegnati in buono stato vengono lasciati dopo l’utilizzo del tutto inagibili ed inutilizzabili”. Allo stesso tempo però è evidente che le unità residenziali sfitte - la Regione Piemonte al 31/12/18 ne conta 3.200 su 49.000 esistenti – vadano reinserite nel circuito delle assegnazioni attraverso investimenti per il recupero, ed incentivi per l’auto-recupero da parte di chi si renda disponibile a condurli regolarmente.
Proprio in linea con quanto si pensa di fare: “Il mio assessorato ha già posto in essere (con la D.G.R. di modifica dei criteri per la riserva di alloggi di cui all’art. 21 della L.R. 3/2010, ndr) le azioni necessarie affinché ogni ATC destini qualche unità immobiliare a chi si renda disponibile per servizi manutentivi e di custodia. Basta con le occupazioni di chi non ha titolo e che presta attività nulla a favore della collettività”.
L’Assessore per dare piena attuazione ai principi della L.R. 37/2009 ha specificato: “Non si è mai attuata la normativa regionale che all’art.5 prevede interventi di sostegno abitativo specifici destinati ai genitori separati o divorziati in situazione di grave difficoltà”. “Inoltre – ricorda la Caucino – le ASLO che devono favorire l’incontro tra proprietari privati di alloggi e famiglie vulnerabili saranno chiamati ad efficientare l’utilizzo delle risorse, posto che su 36 Comuni piemontesi ed 8 milioni di euro di risorse, non s’è riusciti a spendere le somme in toto”.
Nel triennio 2019-2021 sono stati stanziati 5.760.000 euro per il cosiddetto “salva Mutui”, nonostante prima di approvare la legge regionale non sia stato “pesato” il reale bisogno territoriale. L’Assessore al Welfare ha intenzione di potenziare questa misura e portare avanti un’attenta riflessione sul tema. Last but not least, il FIMI (Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli), andrebbe esteso a tutti i comuni classificati ad alto disagio abitativo, e non solo ad alta tensione abitativa: “Visto che tale misura è destinata a far fronte al disagio abitativo connesso alla perdita della casa per morosità incolpevole, abbiamo il dovere di promuovere contratti a canone concordato”.