Poco meno di 15 milioni di euro per riqualificare l’acquedotto che serve Cuneo e i Comuni vicini. L’Ato Cn 4, l’ente che coordina il ciclo idrico integrato in provincia, ha stilato un elenco di otto interventi che ha presentato al Ministero delle Infrastrutture nell'ambito Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza nel Settore Idrico. Il totale richiesto è di quasi 36 milioni di euro. La “lista” presenta un ordine di priorità e l’intervento di ammodernamento della rete di distribuzione dell’acqua nell’area del capoluogo provinciale, per un costo di 14 milioni 900 mila euro, è stata ritenuta la più rilevante.
La cifra sarà impiegata per sostituire le condotte che collegano Cuneo con i Comuni di Borgo San Dalmazzo, Vignolo, Cervasca, Bernezzo, Caraglio, Dronero, Centallo, Tarantasca, Boves, Castelletto Stura, Busca, Villar San Costanzo, Costigliole, Roccasparvera e Gaiola. L’elenco complessivo degli interventi è stato studiato per avere un impatto diffuso su tutto il territorio di competenza dell’Ato4 Cn, cioè la provincia Granda. Il secondo in lista, ad esempio, riguarda l’acquedotto delle Langhe e Alpi cuneese a Carrù, Piozzo, Monchiero, Lequio Tanaro, Monforte d’Alba; il terzo l’area saviglianese, gli altri a seguire la captazione sull’Ellero, il Roero, la bassa valle Stura, la pianura Fossanese e il Cebano.
“Le modalità di approvvigionamento, conservazione e distribuzione della risorsa acqua - dice il presidente dell’Ato Mauro Calderoni - stanno mutando per gli effetti del cambiamento climatico in corso. L’abbiamo visto negli ultimi anni, con mesi di siccità e poi settimane di precipitazioni incessanti. Bisogna essere pronti e in provincia di Cuneo vogliamo esserlo. Per questo, ogni investimento sulle infrastrutture del sistema idrico è un investimento sul nostro futuro: bisogna evitare sprechi nella distribuzione, perdite, macchinari o apparecchiature vecchie e poco efficienti. Inoltre, bisogna connettere diversi tratte delle reti, unire le forze, avere un maggior numero di sorgenti e di alternative per non restare all’asciutto. Come Ato, in collaborazione e in constante dialogo con i il territorio e i colleghi sindaci, lavoriamo in questo senso e ci auguriamo che dal Ministero trovino tutte le risorse per dare il via anche ai nostri cantieri”.