Riceviamo e pubblichiamo.
Di fronte ad una crisi idrica non più riconducibile ad una ciclica stagione di particolare siccità, ma ormai con caratteristiche strutturali diretta conseguenza del cambio climatico in corso da anni e da anni sottovalutato, ritorna con forza il dibattito sulla necessità di creare nuovi invasi, e tra questi quello di Moiola nella bassa valle Stura.
Un’ipotesi sul piatto da ormai cinquant'anni, ovviamente non realizzata e che prepotentemente è ritornata in auge in questi giorni a seguito di una esplicita disponibilità di un dirigente di una nota società locale operante nell'area di assumere l'onere economico dell'opera. La contrarietà alla realizzazione dell'invaso che produrrebbe in ogni caso una lacerante ferita per il territorio e per l'intera valle non può essere ricondotta al miope campanilismo degli amministratori e dei cittadini del territorio coinvolto, né tanto meno ad un esteso pregiudizio, quasi una sindrome di una generazione nata e cresciuta nel tragico ricordo del Vajont. La contrarietà nasce dal convincimento che il drammatico problema della irreversibilità della carenza idrica va prima di tutto affrontato intervenendo sulla immensa dispersione d'acqua oggi in essere ed allo stesso tempo imponendo (e se del caso sostenendo) ai settori maggiormente esposti quali l'agricoltura, un diverso utilizzo della risorsa, superando ad esempio l’irrigazione a scorrimento per una molto meno dispersiva irrigazione a pioggia, se non goccia a goccia. Così come andrebbero ripensate e gradualmente equilibrate le tipologie di colture oggi sviluppate, prevedendo un graduale ridimensionamento della semina del mais, coltura che richiede enormi quantità di acqua.
Va ricordato inoltre che prevedere una diga in valle Stura dove a parere di esperti si poserebbe su un terreno estremamente permeabile imporrebbe un setto impermeabile profondo circa 60 metri attraverso tutta la valle per garantirne la stabilità e la tenuta; di conseguenza verrebbe intercettato tutto il flusso delle acque sotterranee della Valle che oggi alimenta le falde della pianura. Questo sì sarebbe un disastro difficilmente recuperabile.
Sinistra Italiana Cuneo