"Se fino a pochi mesi fa l'obbiettivo era superare la grande recessione, ora la scelta è tra tornare indietro senza una rete di protezione per il paese oppure andare avanti e aspirare a diventare il primo paese industriale d'Europa". Questo il messaggio lanciato dall'Assemblea Generale di Confindustria Cuneo, tenutasi stasera lunedì 25 giugno , nella chiesa di San Domenico ad Alba, capolavoro del gotico quattrocentesco. Il nome dell'iniziativa '#italiadomani', strizza l'occhio alle nuove generazioni e butta uno sguardo verso il futuro, in quanto proprio il domani è stato il leit motiv della serata. Il sindaco di Alba, Maurizio Marello, "Questa è una terra ricca di imprenditori che hanno saputo guardare al futuro, con la capacità di essere inclusiva"'. Tra immagini del Rinascimento, del Risorgimento e nel ricordo della fondazione dell'Unione Europea il presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola, ha esposto la sua relazione annuale: "Dalla fine dello scorso anno le nostre indagini congiunturali hanno messo in evidenza un miglioramento del clima di fiducia tra gli industriali e per tutta la prima metà dell'anno i saldi su produzione e ordini sono rimasti positivi - ha spiegato il leader degli imprenditori cuneesi -. I dati relativi al commercio con l'estero fanno ben sperare: l'export di beni manufatti è cresciuto del 4,4 per cento a livello tendenziale". Gola ha poi analizzato la scena italiana ed Europea, lanciando la sua ricetta, riassumibile in tre punti fondamentali: più lavoro, più crescita e meno debito pubblico. Poi un appello al Governo: "Cuneo è la terza provincia più estesa d'Italia, ma con una dotazione infrastrutturale che la colloca all'84esimo posto. Non rimarremo silenti di fronte a un blocco del progetto TAV, un'infrastruttura vitale per non essere tagliati fuori dalla logistica internazionale. L'opera deve essere completata".
La direttrice di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio, ha moderato un talk con Cerasa, Gentili, Porro e Ubaldeschi, i quali hanno analizzato la visione economica del Governo legastellato, guidato del professor Giuseppe Conte.
"Fino a questo momento abbiamo ascoltato molte idee da parte del Governo, ma aspettiamo di vedere come verranno declinate nella Legge di Stabilità - ha detto il direttore del Sole 24 ore, Claudio Gentili -. Il contratto di Governo è piuttosto misterioso, in quanto viene disatteso dagli annunci".
Luca Ubaldeschi, vicedirettore de La Stampa, ha condiviso la linea di Gentili: "Abbiamo raccolto una serie di valutazioni. A Settembre capiremo se è chiusa la campagna elettorale. Nel contratto non c'è la parola industria, ma non dobbiamo tirare conclusioni affrettate"'.
"L'inclusione è una delle parole chiave di questa fase economica e politica - ha detto Claudio Cerasa, direttore del Foglio -. La democrazia rappresentativa è in difficoltà, ma va protetta perché sia forte in futuro".
Voce fuori dal coro quella di Nicola Porro, vicedirettore del Giornale e volto noto della televisione: "Nel 1750 nessuno pensava di essere nel mezzo di una rivoluzione, oggi la situazione è simile. Il paradigma è totalmente cambiato: se continuiamo a giudicare questo Governo con gli occhi del passato continueremo a prendere sui denti Brexit e Trump".
A chiudere gli interventi il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia: "La questione industriale è centrale: il futuro dell'Italia è il futuro dell'industria: il nostro tasso di imprenditorialità è di tre volte superiore alla media europea".