CUNEO - L'opinione: Alberto Angela e gli effetti collaterali dell'essere un 'fenomeno popolare'

I biglietti esauriti in pochi minuti per lo spettacolo al Toselli hanno causato polemiche sterili e dietrologie da quattro soldi. Non è un caso

Samuele Mattio 04/12/2018 12:56

Un nuovo caso insidia il sonno dei cuneesi più attenti a ciò che accade in città. Non le 'scie chimiche'. Non il vaccino esavalente e, udite udite, non si parla neppure di terra piatta. A suscitare sospetti e dietrologie è la 'lectio magistralis' di Alberto Angela, in programma il 16 dicembre al Teatro Toselli. Ad attirare l'attenzione non sono i contenuti preparati dal divulgatore scientifico (parlerà di Cleopatra), ma la modalità con la quale sono stati venduti i biglietti che garantiranno l'accesso platea, galleria e balconata. Già, perché in pochi minuti (o pochi mesi, o pochi anni cit. a caso di Toninelli) tutti i ticket sono andati esauriti: un complotto evidente. Addirittura c'è qualche detective illuminato che ha pensato che i 580 posti del Toselli fossero stati assegnati in toto ad 'amici e parenti' degli organizzatori. Chissà se i tanti familiari dei 'ben piazzati' sono semplici appassionati di storia oppure fan sfegatati del bell'Alberto.
 
Già, negli ultimi anni il 56enne paleontologo è diventato qualcosa di più di un semplice divulgatore scientifico. Nonostante non abbia la fama del 'bad boy' e sia felicemente sposato dal 1993, l'Albertone nazionale aumenta la libido di migliaia di donne italiane ad ogni passaggio in tv. Un vero e proprio sex symbol dei giorni nostri, ma non solo. Angela piace anche ai maschietti, questa volta per lo stile divulgativo semplice, ma efficace. Quello che un tempo era solamente il figlio di Piero ha saputo eguagliare e superare il padre nella capacità 'di arrivare' a tutti. 
 
Insomma, Alberto Angela è diventato un fenomeno popolare con pro e contro del caso. La sua capacità di essere catalizzatore di persone che a teatro non ci sarebbero entrate neanche per prendere un caffè, porta con sé evidenti effetti collaterali. Le polemiche da bar che hanno accompagnato la vendita dei biglietti non sono di certo venute da chi frequenta abitualmente teatri e serate di divulgazione culturale, ma da chi è avvezzo a ben altri ambienti dove la polemica sterile e la gazzarra sono pane quotidiano. Se questi spegnessero  la tv che trasmette il reality show di turno e uscissero di casa per partecipare ad eventi del genere capirebbero che i biglietti vanno acquistati per primi e che se i posti sono 480 e si arriva dopo il momento in cui esauriscono non si ha più diritto all'ingresso. In caso contrario i suddetti possono continuare a guardare il Grande Fratello, per il quale non ci sono barriere, basta possedere una televisione. E poi teorizzare su scie chimiche, terra piatta, vaccini e chi più ne ha più ne metta. Una generalizzazione? Forse, ma non è un caso che il vespaio social arrivi sempre quando il cosiddetto 'target' si allarga. C'è qualcosa di male? No, anzi, lungi da noi il radicalchicchismo da tastiera, ben venga se eventi di un certo tipo hanno una eco sempre maggiore, ma sarebbe bene che oltre alla 'canoscenza' si persegua sempre la 'virtute'  (l'educazione ne fa parte) e che le dietrologie da tastiera vengano riservate ad altre vicende, certamente ben più meritevoli dell'attenzione dell'opinione pubblica cuneese.

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