Nel pomeriggio di ieri, giovedì 31 gennaio, hanno iniziato ad arrivare le ordinanze di chiusura scuole firmate dai sindaci della provincia Granda. Insieme ai documenti che avrebbero poi permesso agli studenti di dormire un po' di più sono arrivate le regolari polemiche, oramai un classico della stagione invernale. “Quando andavo a scuola io...”, “Ai miei tempi...” e una serie di altre affermazioni più o meno sensate intasano le bacheche dei social network, vero e proprio 'sfogatoio' di quest'epoca. Secondo la maggioranza degli internauti cuneesi le scuole avrebbero dovuto rimanere aperte: “i giovani non devono arrendersi alla prima difficoltà” è l'opinione che va per la maggiore.
Sul banco degli imputati, manco a dirlo, i sindaci che hanno firmato i provvedimenti di chiusura. Già, sono i primi cittadini, in base al livello di allerta meteo diramato dalla Protezione civile a prendere la scelta con apposita ordinanza, ma facciamo chiarezza su un punto: l'amministratore locale non è vincolato al parere dell'istituzione governativa, se un sindaco può decidere di chiudere le scuole con l'allerta gialla mentre un altro può stabilire di tenerle aperte con l'allerta rossa, il tutto in base alla propria esperienza e alla conoscenza del territorio.
I molteplici fatti di cronaca degli ultimi anni, nei quali i sindaci di città interessati da tragedie ambientali sono stati messi alla pubblica gogna per non aver preso provvedimenti preventivi stanno spingendo gli amministratori locali ad essere piuttosto prudenti quando si tratta di allerte meteorologiche.
Esemplificativo il caso di Alba, Bra e dintorni, dove nella giornata di oggi non è sceso più che qualche fiocco. Eppure in molti ricorderanno le accuse nei confronti del primo cittadino Nogarin a Livorno dopo l'alluvione che costò la vita a nove persone nel gennaio dello scorso anno o quelle nei confronti del sindaco di Farindola, in Abruzzo, additato di avere pesanti responsabilità nella tragedia dell'hotel Rigopiano, avvenuta nel 2017.
Dopo le disgrazie, a puntare lo sguardo sugli amministratori non ci sono solamente i cittadini, ma anche i magistrati. Pare evidente che quella che oggi viene valutata come un'eccessiva prudenza da parte dei sindaci, cambierebbe radicalmente nel caso in cui accada qualche disastro e si trasformerebbe in provvidenziale lungimiranza. Probabilmente gli stessi che oggi gridano allo scandalo per la chiusura delle scuole non esiterebbero un momento a mettere al pubblico ludibrio qualche amministratore in caso di tragedia, con tutti gli annessi e i connessi.
Queste poche righe non hanno l'intento di dirimere la questione 'scuole aperte-scuole chiuse', ma ambiscono ad essere un invito a riflettere qualche secondo in più e a valutare tutti gli scenari possibili prima di esprimere la propria, legittima, opinione.