I sindaci dei due comuni delle città più popolose della provincia (Cuneo e Alba) hanno già emesso la canonica ordinanza sul divieto dei botti di capodanno. In queste ore quasi tutti i primi cittadini della Granda stanno seguendo a ruota Borgna e Marello. Diciamocelo, il provvedimento è condivisibile, se non altro perché il lancio di un petardo, oltre a essere una pratica triviale, è piuttosto pericolosa, specie se effettuata da ragazzini incoscienti. Allo stesso tempo fanno sorridere coloro che invocano pace e benessere per i loro animali: siamo convinti che se pensassero a ciò che sta accadendo in Siria o in altri paesi del mondo, dove uomini, donne e altri esseri viventi convivono quotidianamente con le esplosioni, non di Raudi o Magnum, ma di vere e proprie bombe, questi abbasserebbero le ali della retorica animalista. In ogni caso lo abbiamo detto, condividiamo per altri motivi l'ordinanza 'anti-botti', che però presenta un difetto di fondo. Chi fosse preso dall'irrefrenabile desiderio di far brillare un minicicciolo, rischia una sanzione da 25 a 500 euro. Rischia, ma in linea totalmente teorica, perché i controlli non ci sono. Ogni anno si ripete, in ogni comune della Granda, la solita pantomima, ma le multe agli appassionati di piccole esplosioni rimangono (ovunque) una chimera. A quando un'inversione di rotta?