Da Pietraporzio a Santo Stefano Belbo, da Ormea a Bagnolo Piemonte non è più un mistero per nessuno: a Cuneo è iniziato l’Oktoberfest. Sono tornati i trenini pieni di ‘abbirrazzati’ che fanno spola tra piazza Galimberti e piazza D’Armi, i ‘prosit’ accompagnati dal quell’impronunciabile motivetto che faticheremo a toglierci dalla testa per due settimane e, come ogni manifestazione cuneese che si rispetti, sono tornate le critiche. Da quelli che ‘sembra una qualunque festa di paese’ a coloro che si lamentano per il troppo baccano l’elenco è lungo come i portici, ma anche ieri sera l’Oktoberfest ha registrato il pieno di presenze. Certo, qualcuno dirà che Cuneo merita di più di birra e crauti e che ci vorrebbe un qualcosa di più elevato dal punto di vista culturale. Peccato che, ieri sera, mentre piazza D’Armi era gremita, piazza Galimberti era semi-deserta. Normale? Non proprio, visto che vi si svolgeva la ‘Notte dei ricercatori’, la kermesse che porta la ricerca in piazza. L’evento, che si svolge la stessa sera in tutta Europa, è piaciuto a chi si è fermato a fare quattro parole con i volontari, ma la gente che si è fermata a capire qual è lo stato della ricerca nel bel paese è stata pochissima. Per correttezza di informazione bisogna dire che le altre iniziative organizzate in altre parti della città hanno avuto discreto seguito. E che dire di coloro che chiedono a gran voce eventi con più legame con il territorio? Che poi quando si intende ‘legame con il territorio’ si parla sempre di Porri, Castagne, Fragole o Patate, mica di Nuto Revelli. A loro bisognerebbe spiegare che tira più un sorso di birra che un cartoccio di castagne. E che una cosa non esclude l’altra. Insomma, potremmo scrivere per delle ore tentando di smontare tutte le tesi di coloro che vorrebbero sempre un qualcosa di diverso rispetto a quello che viene proposto, giusto per polemizzare, ma purtroppo sono arrivati i brezel.