Il Coordinamento regionale dei Presidenti di Consiglio di Istituto ha appreso con stupore e con un po’ di apprensione dell’iniziativa del Presidente Cirio che attraverso l’ordinanza n.95 del 9 settembre 2020 ha imposto alle scuole la misurazione della temperatura e alle famiglie di autocertificare tutti i giorni l’avvenuta rilevazione a casa.
A soli 4 giorni dall’inizio della scuola si ritiene che questa iniziativa, pur comprendendo la generale preoccupazione e l’esigenza di voler tenere sotto controllo la situazione di aumento del contagio, non faccia che aumentare le difficoltà di un avvio di anno scolastico già molto complesso e che non si sia valutato fino in fondo l’impatto sull’organizzazione delle scuole.
Molti istituti hanno un numero di allievi molto elevato e hanno dovuto organizzare ingressi e uscite differenziati. La misurazione della febbre all’ingresso o la verifica dell’avvenuta misurazione da parte delle famiglie rischia di compromettere questa organizzazione e di creare proprio quegli assembramenti che si vogliono evitare in ogni modo. Inoltre, accogliere questa richiesta vorrebbe dire rivedere tutte le procedure già approvate dalle scuole e comunicate ai genitori.
A fronte di linee guida nazionali molto precise che recepiscono le indicazioni dell’Autorità sanitaria, che hanno affidato alle famiglie la misurazione della temperatura il coordinamento ritiene che sarebbe auspicabile il ritiro di questa ordinanza in attesa di verificare l’effettivo funzionamento delle procedure già stabilite e del corretto funzionamento dell’organizzazione già in atto.
Il coordinamento regionale dei Presidenti dei Consigli di Istituto, che ora racchiude circa 100 realtà scolastiche di tutta la Regione, si è costituito in questi mesi a seguito dell’emergenza Covid che ha drammaticamente messo in evidenza le gravi problematiche già esistenti nella scuola italiana, per non lasciare alle sole autonomie scolastiche la gestione delle criticità, monitorare la situazione, agevolare il confronto fra i genitori delle scuole e per chiedere che si cambi davvero. Per questo il Coordinamento piemontese è parte attiva nella costituzione di un Coordinamento nazionale che vuole provare a incidere perché la scuola sia davvero una priorità.