cooperative hanno costituito un raggruppamento temporaneo di imprese coordinato dalla Cooperativa Sociale Emmanuele (capofila). Di seguito il testo della lettera aperta.
Cari Cittadini e Cittadine, associazioni, realtà attive dei quartieri e molti altri e altre: la BOA c’è e non è spiaggiata, ma noi lo sappiamo bene
Sappiamo anche quanto sia difficile muoversi in questo mare di comunità, fatto di persone, bisogni, desideri, proposte e molto altro ancora. Abbiamo toccato con mano quanto sia complesso ricostruire le comunità in questo momento storico: si tratta di un lavoro fine, spesso invisibile a occhi poco attenti, per cui ci vuole tempo, energia e costanza. E tutti voi lo sapete molto bene. Insieme abbiamo festeggiato il Natale lo scorso anno quando ci si poteva solo scambiare sguardi, storie e addobbi dai balconi. Insieme abbiamo animato i parchi, abbiamo portato giochi, tavoli, per riabitare gli spazi che la città ci offre. Insieme abbiamo giocato a scacchi, ma non solo per giocare: quei tavoli in quella diagonale di Cuneo hanno permesso alle persone di uscire di casa, di ritrovarsi a chiacchierare il pomeriggio con tranquillità e serenità.
Insieme abbiamo fatto sinergia con altri progetti esistenti, che si occupano di persone vulnerabili. La BOA spesso è stata antenna sul territorio, che con l’aiuto
di voi cittadini attenti, ha segnalato situazioni di persone fragili rivolgendosi ai servizi sociali, al SERD, alla polizia locale, per lavorare in sinergia con professionisti esperti che possono completare il nostro lavoro. Insieme abbiamo costruito molte azioni di comunità: dalla biciofficina, ai mercatini, ad arte in bottega e molto altro che adesso non stiamo neanche ad elencare, ma di cui vi ringraziamo, perchè ciascuno di voi ha fatto la differenza. Insieme abbiamo accolto le segnalazioni, le lamentele: portandole al Comune quando necessario o ragionando insieme su come attivarci, dal basso.
Perchè forse in questo mare di comunità così complesso e vasto, una cosa in comune ce l’abbiamo: pensare e sapere che la città è di tutti, è “roba comune”, di cui prenderci cura e per la quale attivarci dov’è possibile. Non sono mancati certo i venti minacciosi in questo mare, le onde alte, pericolose, vertiginose, di fronte alle quali, come BOA, abbiamo compreso e accolto la rabbia, la tristezza, la frustrazione di alcuni di voi; cercando poi di ripartire con il nostro compito, quello di costruire relazioni, anche se la tempesta non finiva e il cielo non tornava completamente azzurro. Forse in questi due anni di progetto una cosa l’abbiamo imparata: di fronte alle situazioni complesse farsi la battaglia uno contro l’altro, puntare il dito, cercare un solo colpevole, non porta a nulla, se non a ingigantire il clima di tensione e paura. Piuttosto, seppur con fatica, abbiamo provato, e continueremo, a fare ognuno il proprio pezzo, consapevoli che tutti dobbiamo mettere la nostra parte a seconda del ruolo, delle competenze, delle possibilità.
Ci dispiace se per un attimo vi siete sentiti persi in questo mare: vogliamo dirvi grazie per quello che insieme stiamo costruendo.
La BOA c’è e siete voi e noi insieme.