CUNEO - "La castanicoltura di montagna è minacciata dagli impiantamenti di ibridi in pianura"

L'intervento dell'Assemblada Occitana Valadas: "Chiediamo tutela per le produzioni autoctone montane"

05/10/2024 08:21

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Per le nostre montagne (soprattutto per le medie valli) la castagna rappresenta una risorsa inestimabile: una risorsa economica e culturale-sociale. La castagna è stata un'ancora di salvezza per le generazioni passate, una ricchezza che apparteneva solo alle montagne e di cui andare gelosi. Fino a non troppe decine di anni fa le castagne rappresentavano, assieme a pane e patate, la dieta media dei valligiani. Erano insomma una fonte di sostentamento fondamentale e insostituibile. 
 
Ancora oggi, la castagna rappresenta una risorsa importantissima per l'economia delle medie valli occitane. Un aiuto per un'economia sempre abbastanza in difficoltà. La castanicoltura rappresenta anche un argine fondamentale e insostituibile al contrasto al dissesto idrogeologico e all'abbandono della montagna.
 
Ognuno di noi può constatare come ormai molti castagneti secolari siano ormai in stato di completo abbandono ma osserviamo con apprezzamento come la maggior parte dei boschi siano ancora ben tenuti e puliti grazie al lavoro dei valligiani che tengono ancora i loro appezzamenti. Anzi, notiamo con enorme piacere come, negli anni successivi al cinipide alcuni appezzamenti che erano dati per spacciati si stanno sorprendente riprendendo.
 
Ma perché i valligiani dovrebbero utilizzare il loro tempo libero o scegliere di fare il castanicoltore come lavoro? Perché le castagne hanno un valore economico e soprattutto perché sono un prodotto locale. 
 
Dopo questa lunga premessa vogliamo venire al punto. 
 
Le castagne di montagna sono oggi minacciate dagli estesi impiantamenti di castagneti ibridi o euro-giapponesi in pianura. Queste castagne, pur non essendo concorrenti dirette con le nostre castagne autoctone, occupano comunque una fetta importante del mercato castanicoltore (soprattutto lo spazio occupato dall’industria dolciaria) rischiando di rendere le castagne di montagne quasi superflue e dunque non più redditizie diventando conseguentemente non più attrattivo come lavoro quello della castanicoltura, provocando dunque un progressivo nuovo abbandono dei boschi e un aumento del dissesto idrogeologico che andrà a pesare sulle casse pubbliche, se non anche con il rischio per le vite umane.
 
Cosa chiediamo quindi?
 
Chiediamo tutela per le produzioni autoctone montane e un sistema legislativo che impedisca che un prodotto agricolo storicamente montano possa essere esportato in pianura penalizzando la montagna! 
 
L'Assemblada Occitana Valadas

c.s.

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