CUNEO - La Cgil di Cuneo: ''Due belle notizie per i lavoratori''

Da via Coppino soddisfazione per le sentenze sui rider e su un lavoratore licenziato ingiustamente

Redazione 25/02/2021 17:18

Riceviamo e pubblichiamo dalla Cgil di Cuneo.
 
Una bella notizia per la coesione del nostro Paese, quella che arriva dall’esito dell’indagine della procura di Milano. Le persone che di lavoro fanno i rider devono essere assunte e avere tutte le tutele contrattuali e di sicurezza che derivano dall’applicazione di un vero contratto nazionale di lavoro. La maxi inchiesta dei magistrati milanesi che ha verificato la posizione dei fattorini impiegati nelle piattaforme digitali e ha portato all’invio dei verbali a quattro società, in cui si impone l’assunzione di circa 60 mila collaboratori in tutta Italia, conferma quello che la CGIL sostiene da sempre, cioè che i rider non sono lavoratori autonomi e occasionali e hanno diritto a condizioni dignitose e sicurezza non più rinviabili. Non solo. A quanto risulta, con il verbale di riqualificazione del rapporto di lavoro la magistratura milanese obbliga i colossi del food delivery ad applicare la normativa prevista e quindi ad assumere con contratto parasubordinato i 60mila autonomi entro 90 giorni.
 
Del resto questi sono i nostri principi costituzionali l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro e non sullo sfruttamento. Adesso devono riattivarsi i tavoli di confronto con le imprese e la loro associazione presso il ministero del Lavoro. Non c’è più tempo da perdere.
 
La seconda buona notizia è la sentenza della Corte Costituzionale che su un ricorso del Tribunale di Ravenna, stabilisce che la reintegra del lavoratore licenziato ingiustamente è obbligatoria e non facoltativa come avevano stabilito la Legge Fornero e il Jobs Act. ll motivo dell'incostituzionalità sta nel fatto che, per com'è stata modificata, la norma rischia di creare disparità di trattamento ingiustificate tra lavoratori in pari condizioni, cioè licenziati per un motivo (economico o disciplinare) che non si rivela fondato. Un altro colpo al Jobs act di Renzi e alla riforma Fornero del licenziamento senza reintegro previsto dalla riforma del 2012.
 

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