Riceviamo e pubblichiamo la lettera degli abitanti e delle associazioni di volontariato di Confreria.
Il Coronavirus ci ha portato via la banca, l’unica che avevamo, a servizio degli oltre 2mila abitanti di Confreria, frazione di Cuneo. L’istituto di credito, Ubi Banca, ha, infatti, deciso di chiudere la sede di via Antonio Carle, dove resta aperto solo lo sportello bancomat, e di concentrare tutta l’attività a Madonna dell’Olmo. Una
scelta dettata dall’emergenza sanitaria che, speriamo, possa essere reversibile a fine pandemia. Una decisione comprensibile in un momento in cui è necessario
eliminare gli assembramenti e nell’era digitale in cui la tecnologia permette di effettuare molte operazioni da casa. Ma la chiusura totale sta causando diversi
problemi alla fascia più debole delle popolazione, cioè gli anziani, che non usano il bancomat e meno ancora sanno destreggiarsi con l’home banking, o a chi non ha la possibilità di accedere online al proprio conto corrente bancario. Alla richiesta dei volontari del gruppo che consegna la spesa a domicilio (ai quali la popolazione ha fatto presente le difficoltà a procurarsi contanti per pagare beni di prima necessità ai commercianti locali) di poter attivare, tramite gli impiegati della banca, la consegna a casa di contanti ai clienti anziani o con disabilità, Ubi Banca ha risposto di no. La nostra frazione è quindi in seria difficoltà per la mancanza di un servizio fondamentale come quello bancario. Una problematica che si aggiunge alle tante altre di questo periodo e che sarebbe risolvibile con l’apertura della banca anche un solo giorno alla settimana (su appuntamento) per chi non può spostarsi a Madonna dell’Olmo.