Il Beaubourg cuneese può aspettare. Questioni di burocrazia, di permessi richiesti che non arrivano, bloccano ogni ipotesi progettuale legata al pizzo di Cuneo.
Se n’è discusso a marzo nell’ultimo Consiglio comunale, a seguito di un’interpellanza di
Paolo Armellini (Indipendenti) sulla riqualificazione della palazzina ex Italgas. Edificio abbandonato dal 2019, quando il Comune di Cuneo ne è venuto in possesso. L’esponente della minoranza,
già autore di un’interpellanza sul tema nel 2022, ricorda che
“in quel luogo c’era uno dei due ingressi rimasti di Cuneo, la porta Quaranta. Fuori dalle mura si levava la cittadella costruita da Emanuele Filiberto nel 1566 e demolita dall’amministrazione napoleonica”.
Storia antica, con un presente molto più avvilente: “Oggi troviamo un degrado che collide con la bellezza del posto, in chiaro stato di abbandono progressivo: un piazzale divenuto magazzino comunale a cielo aperto, brutto a vedersi”. Per Armellini “non è un bel biglietto da visita per chi arriva da nord e percorre il centro storico: il pizzo di Cuneo è assolutamente da non sprecare, come non pensare di renderlo il punto caratterizzante della città?”. Tocca pensare anche ai parcheggi: il piazzale, dice l’indipendente, potrebbe essere molto più funzionale del Campidoglio (cioè il parcheggio di testata alle basse di Stura, progettato nell’ambito dell’intervento su piazza Europa) e “a servizio anche del teatro Toselli e del centro storico”.
Su questo si registra la convergenza delle opposizioni di destra e sinistra, per solito agli antipodi quando si parla di mobilità. “Andate a fare i parcheggi sotto il ponte e avete una superficie a disposizione nel centro urbano” dice Beppe Lauria (Indipendenza!), rivolto ai banchi della giunta che taccia di “allucinante miopia”. Quello spazio, rimarca Franco Civallero (Forza Italia) “è già pronto ed è sulla salita che arriva in città. Invece tutto è abbandonato”. Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) ricorda che nella proposta sui parcheggi di testata, formulata dalla coalizione dei beni comuni oltre dieci anni fa, la zona era stata individuata per un parcheggio a due piani: “Come avevamo proposto sul mercato delle uve un altro parcheggio pluripiano, stile Saint-Paul-de-Vance, con giardini pensili che lo mascherassero alla vista di chi arriva da Borgo Gesso”. Per la vicina piazza Santa Croce, aggiunge il consigliere, servirebbe una rivisitazione “come luogo di parcheggio con una deimpermeabilizzazione del suolo e l’inserimento di alberature. Sarebbe auspicabile da parte della Regione la cessione del fabbricato di sua proprietà, per raddoppiare l’area a servizio della nuova biblioteca”.
Tutte ipotesi, come resta per ora una mera ipotesi, anzi un sogno, quella di fare dell’ex Italgas un centro per congressi e manifestazioni culturali, come suggeriva già nel 1984 l’allora assessore Nello Streri. Armellini ricorda che un collegio di architetti aveva offerto un progetto, per quella che tuttora potrebbe essere “la reinterpretazione di quella cittadella di antica memoria, cioè una cittadella della cultura: unitamente a un percorso per valorizzare eventuali resti archeologici significativi. Il tutto accompagnato da una riflessione sull’opportunità di spostamento del parcheggio degli autobus e dei due distributori di benzina in piazza Torino”.
“Sono questioni che purtroppo languono da decenni, proposte che la stessa amministrazione fa a sé stessa e poi non realizza” lamenta Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni). L’assessore al Patrimonio Alessandro Spedale spiega che a mancare non è la volontà, anzi: “Un dato fondamentale è che l’immobile, al momento, è vincolato ex lege dal punto di vista culturale. Questo significa che è provvisoriamente sottoposto sia alla tutela contemplata dalla normativa specifica, ovvero il nulla osta della Soprintendenza, sia al regime di inalienabilità”. Per accertare la sussistenza o meno di un interesse culturale gli uffici, con una nota spedita il 21 novembre 2023, hanno presentato istanza alla commissione regionale per il patrimonio culturale: “Sono intervenuti sopralluoghi e sono state fatte integrazioni documentali. Ma a oggi gli uffici ministeriali competenti non hanno ancora concluso il procedimento”.