Lunedì mattina 18 marzo in Provincia a Cuneo si è tenuto l’incontro convocato dal presidente Federico Borgna sul problema dell’utilizzo di sacchetti e borse di plastica per l’imballaggio di generi alimentari, regolamentato dal decreto legislativo 152 del 2006 ed, in particolare, sull’attuazione della direttiva 2015/720 Unione Europea in materia.
Il problema è stato evidenziato delle associazioni di categoria (Confindustria, Confcommercio e Confartigianato Cuneo) nell’ambito di una più ampia operazione di controllo svolta da Finanza e Carabinieri Forestali in molti centri della Granda e che ha portato ad una serie di sanzioni da 5 mila euro ai danni di artigiani e commercianti che non avevano utilizzato i nuovi sacchetti biodegradabili e compostabili. La vicenda ha coinvolto anche la Provincia che, pur non avendo competenze dirette in materia, è stata tirata in causa dalla normativa in merito all’irrogazione delle sanzioni. L’ente, come ha ricordato il dirigente Luciano Fantino, ha chiesto nei giorni scorsi un parere ai Ministeri dell’Ambiente e della Salute per avere specifiche precisazioni, sia sotto il profilo igienico sanitario, sia sotto il profilo ambientale, ed ora attende i chiarimenti.
Al dibattito sono intervenuti Luca Chiapella (Confcommercio), Joseph Meineri (Confartigianato), Giuliana Cirio (Confindustria), Patrizia Dalmasso (Cna Cuneo) e Piero Rigucci (Associazione Panificatori) per avere chiarimenti sull’interpretazione della norma ed anche per sapere se i controlli e le sanzioni proseguiranno, tenuto conto della confusione e dell’incertezza che si sono venute a creare in un periodo molto importante per le attività commerciali come è quello pre pasquale.
Per il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Massimiliano Pucciarelli i controlli sono stati mirati ad un rivenditore segnalato e, di conseguenza, sugli acquirenti. Più articolato l’intervento del comandante dei Carabinieri Forestali Stefano Gerbaldo che ha parlato di controlli di maggior portata (non sospesi) sui sacchetti a contatto con gli alimenti che devono rientrare nei requisiti di legge. “Quello del food package è un percorso obbligato – ha detto Gerbaldo – e in linea con altri paesi europei che hanno bandito la plastica tradizionale. I sacchetti devono essere biodegradabili e compostabili, l’unica eccezione è prevista per gli alimenti già preincartati dal produttore, come le colombe artigianali confezionate in bottega”.
E di colombe pasquali ne è sbucata anche una vera sul tavolo, portata da Rigucci nel suo preincarto di plastica per far vedere come tale prodotto, venduto nella grande distribuzione, è confezionato con gli stessi sacchetti che, all’artigiano, parrebbero vietati. Peraltro, questo prodotto artigianale, per le sue caratteristiche organolettiche e di qualità, non potrebbe essere confezionato in altro modo. Resta comunque aperta la vertenza sui sacchetti di plastica che sono a contatto con altri tipi di prodotti alimentari (carne, formaggi, salumi, ecc…).
“Un incontro che si è dimostrato in ogni caso utile e proficuo – ha dichiarato il presidente della Provincia, Federico Borgna – e che ha permesso di chiarire alcuni aspetti di un problema molto sentito. Ci sono state aperture importanti anche grazie alla disponibilità delle forze dell’ordine che hanno accolto il nostro invito a partecipare al confronto”.