La scorsa settimana il Consiglio comunale di Cuneo ha scelto l’area del Carle come futura ubicazione per il nuovo ospedale unico. Una decisione che, nonostante abbia avuto un largo consenso all’interno dell’assemblea cittadina e fosse scontata da mesi, non ha mancato di suscitare qualche perplessità tra la popolazione, specie tra gli anziani residenti sull’altipiano.
Dopo il presidente della Fondazione Ospedale Santa Croce e Carle Fulvio Moirano, abbiamo sentito il suo vice, lo psicologo Luigi Salvatico. Recentemente confermato presidente del Comitato etico del ‘Santa Croce e Carle’, delle Asl CN1, CN2, e dell’Astigiano, il professionista ha voluto chiarire il ruolo della Fondazione: “È nata per sostenere l’ospedale di Cuneo oggi e domani, non per decidere dove dovesse sorgere”, spiega. “Era un po’ di tempo che c’era una contrapposizione tra l’area del Santa Croce e quella Carle - ricorda Salvatico -. Per aiutare a chiarire le idee a chi deve decidere (Comune, Azienda ospedaliera e Regione n.d.r.), su suggerimento del servizio ingegneristico dell’ospedale, abbiamo pensato di pagare uno studio di prefattibilità”.
Nelle scorse settimane sono stati ipotizzati, più o meno velatamente, presunti condizionamenti della decisione sul luogo dove dovesse sorgere l’ospedale. “Era già tutto deciso”, è una frase che si è sentita ripetere spesso nel dibattito cittadino, ma Salvatico respinge questa ricostruzione e, quando si parla degli architetti che hanno effettuato lo studio, li descrive come “professionisti indipendenti”. “Da parte nostra non c’è stato alcun tipo di intervento”, assicura. "Siamo a disposizione dei cuneesi con spirito di servizio - continua sul ruolo della Fondazione -, lo scorso anno abbiamo ricevuto centinaia di migliaia di euro di donazioni dal privato, un vero e proprio fiore all'occhiello: ci ha aiutato a capire che stavamo mandando il messaggio giusto".
Ora com’è noto la decisione dovrà essere ratificata dall’assemblea dei sindaci dell’Asl CN1, di cui è presidente Marco Gallo (sindaco di Busca), ma Salvatico ci tiene a ribadire che anche qui “la funzione della Fondazione sarà di supporto”. Poi, pur cautamente, non nega la soddisfazione per la scelta del Carle, in primis per motivi logistici: “È necessario avere spazio. Tra vent’anni mi auguro che l’ospedale sia in funzione, se sarà necessario fare degli aggiustamenti, quest’area lo consentirà”.
“L’affezione che c’è nei confronti dell’ospedale è positiva, ma dobbiamo renderci conto che dobbiamo adeguarlo perché diventi attrattivo per i professionisti”, continua Salvatico analizzando le reazioni avverse allo spostamento della struttura al di là della Stura.
Una delle contestazioni mosse dai contrari all’ospedale a Confreria è la destinazione dell’area abbandonata. “Condivido quel che dice il Sindaco Federico Borgna: sarà il progetto più importante dei prossimi anni”. Che cosa potrà diventare? Salvatico ha le idee chiare, ricalcando quanto già affermato da Moirano la settimana scorsa: “Potrebbe diventare il polo di riferimento della sanità territoriale, oggi è il momento giusto per fare investimenti”.
Sulla presunta conflittualità con l’ospedale di Alba-Bra, ipotizzata da alcuni osservatori nelle scorse settimane, il vicepresidente della Fondazione è tranchant: “Non ha alcun fondamento. Verduno ha un suo ruolo, come lo avrà l’ospedale dell’Asl CN1 (Savigliano-Saluzzo n.d.r.). Sono due realtà che hanno funzioni integrate, la Regione ha ribadito più volte che l’ospedale HUB (di riferimento) è quello di Cuneo. Ciò non significa che sia meglio di Alba o viceversa, hanno funzioni integrate”.
“Speriamo di contribuire a realizzare un modello di sanità corretto e virtuoso, che darà risposte importanti agli abitanti di questa provincia - conclude Salvatico -. Un modello da esportare”.