Com’era prevedibile la
cancellazione della Fiera del Marrone 2020 ha tenuto banco in Consiglio comunale, dove ben tre interpellanze delle opposizioni (presentate una dalla consigliera Peano della Lega con Fratelli d’Italia, un’altra dal Movimento 5 Stelle e la terza da Lauria) hanno chiesto conto della difficile scelta annunciata dal sindaco Borgna lo scorso 15 luglio.
A suscitare gli strali della minoranza sono soprattutto le modalità con cui ciò è avvenuto: “Una decisione non condivisa con il Consiglio comunale né con le categorie interessate” accusa Laura Peano, seguita a ruota dal pentastellato Manuele Isoardi che lamenta come “non si è passati nemmeno attraverso una commissione: per l’ennesima volta facciamo prima a guardare i quotidiani online che a fare il nostro lavoro in Consiglio come minoranze”. Dalla destra Beppe Lauria rileva, rivolgendosi ai banchi della giunta: “In questo periodo nel quale ci avete abituati alla rassegnazione, una parte di questa città si è adeguata alla nuova situazione: lo hanno fatto le associazioni sportive, le parrocchie, i programmi dell’estate ragazzi. Ma il mondo del lavoro ha bisogno di segnali, non di rassegnazione né di paura”.
La Fiera si sarebbe potuta fare, sostengono le opposizioni, così come ad Alba si è confermata la Fiera del Tartufo: “L’anno scorso - osserva ancora Isoardi - in occasione della perdita della grande Fiera d’Estate avevamo avvertito che era ora di ripensare alle manifestazioni, creando eventi diffusi sul territorio: abbiamo chilometri di portici che ci possono essere utili. Non si può garantire il distanziamento di 200mila persone sulle sole via Roma e corso Nizza, ma si può farlo se si ha il coraggio di ampliare le sedi. Invece ci si è semplicemente arresi”.
L’assessore alle Manifestazioni Paola Olivero non ci sta però a farsi mettere sulla graticola, e ricorda innanzitutto come fin da marzo, nonostante il confinamento e l’assenza di linee guida, “l’amministrazione ha dialogato con quattro associazioni di categoria ogni settimana: il cuore e l’anima della fiera sono i 240 espositori e la scelta di non svolgere la Fiera è stata condivisa con loro. Non è mancato il coraggio né è prevalsa la paura, è prevalso il senso di responsabilità”. In risposta ai malumori l’assessore ha aggiunto: “Comprendo le difficoltà degli ambulanti e di una parte del commercio fisso della città, ma gli attori principali della Fiera sono gli espositori”.
Improponibile, secondo l’esponente della giunta Borgna, il paragone con Alba: “Sono due eventi assolutamente diversi, la Fiera del Marrone non è un grande mercato”. Senza contare che “le attuali linee guida si riferiscono solo a sagre e manifestazioni locali, mentre il nostro evento rientra tra quelli nazionali per i quali vige tuttora la sospensione”. In ogni caso, non ci sarebbe stata nessuna fuga in avanti del Comune: “La stima delle presenze che è stata ipotizzata passava dai 200 mila precedenti a un massimo di 30-40mila nella migliore delle ipotesi. Le associazioni di categoria ci hanno espresso i dubbi e le perplessità delle aziende a prendere parte a una fiera ridotta con questi numeri”.
Sarebbero state quindi le cinque associazioni che hanno firmato il comunicato congiunto con l’amministrazione (Confartigianato, Coldiretti, Slow Food, Cia e Confagricoltura) a premere per questa soluzione. Ma l’ipotesi non convince Isoardi, che replica: “Mi chiedo in nome e per conto di chi parlino i rappresentanti delle categorie se solo due giorni fa sui giornali locali si parlava della rabbia dei negozianti per l’annullamento”. Toni duri sono arrivati dal capogruppo grillino in risposta a Olivero: “Siete morti dentro, a questa città cosa resta da perdere? La Grande Fiera d’Estate è andata e così l’Illuminata che pure non apprezzo”. Dalla leghista Peano, intanto, arriva una richiesta ulteriore: “Fateci sapere cosa ne sarà dei soldi già stanziati a bilancio per l’edizione 2020 della Fiera del Marrone”.