Oltre 9 Comuni su 10 in Italia (il 93,9% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane e alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense. È quanto afferma la Coldiretti in occasione della Giornata mondiale del suolo nel denunciare gli effetti del micidiale mix del cambiamento climatico e della sottrazione di terra fertile capace di assorbire l’acqua.
Negli ultimi 50 anni, infatti - rimarca Coldiretti Cuneo - è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari a causa dell’abbandono e della cementificazione che rende le superfici impermeabili. In Provincia di Cuneo il consumo di suolo - evidenzia Coldiretti Cuneo - ha raggiunto 36.477 ettari di superficie, al secondo posto in Piemonte dopo la Provincia di Torino.
“La sparizione di terra fertile, oltre a pesare sugli approvvigionamenti alimentari, aumenta il rischio idrogeologico poiché dal 2012 ad oggi il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie. Per questo occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo attesa da quasi un decennio e che potrebbe dotare il nostro Paese di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio” dichiara Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo.
Coldiretti accoglie positivamente la scelta del Governo di investire nella manovra sul Fondo per il contrasto al consumo di suolo, finanziato con 10 milioni di euro nel 2023, 20 milioni nel 2024, 30 milioni di euro nel 2025 e 50 milioni di euro all’anno nel biennio 2026-2027, tuttavia, come rimarca il direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu, “restano necessari interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini per l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e usarla quando serve in modo da gestire gli effetti del cambiamento climatico, aumentare la capacità produttiva e difendere la sovranità alimentare del Paese messa a rischio dalla guerra e dalla speculazione internazionale”.