Non si placano le polemiche seguite al rientro in Italia di Silvia Romano, la cooperante milanese rapita in Kenya e liberata sabato 9 maggio dopo 18 mesi di prigionia. A far discutere, negli ultimi giorni, il presunto riscatto pagato dall’Italia ad Al-Shabaab, il gruppo terroristico somalo che aveva preso in ostaggio la giovane, e la conversione all’Islam della cooperante avvenuta nei mesi di prigionia.
Un dibattito al quale hanno preso parte anche diversi politici cuneesi. L’ultimo intervento, in ordine di tempo, è stato quello della deputata PD Chiara Gribaudo, che ha commentato le parole di Alessandro Pagano, parlamentare della Lega che stamattina aveva definito Silvia Romano “una neoterrorista”, ed altri attacchi ricevuti negli ultimi giorni dalla ragazza: “Ieri un consigliere comunale di Asolo, ex assessore della giunta leghista del trevigiano, esortava ad impiccarla. Un altro consigliere regionale abruzzese della Lega l’ha paragonata ad un ebreo, di ritorno dal lager, vestito da SS. Sulla rete impazza il branco, rivolgendole insulti e violenza verbale di ogni tipo, pontificando sulla sua vita e la sua esperienza di rapita in Africa. La Procura di Milano sta indagando su queste minacce. Onestamente uno spettacolo indecente, disumano, infelice e misogino. Fermiamoci, anzi fermatevi. Rischiamo di precipitare in un pozzo nero di inciviltà, disumanità e violenza, anche di genere, da cui riemergere sarà impossibile. Un abbraccio a Silvia Romano e alla sua famiglia, dunque. E sempre, sempre: bentornata. Siamo felici di riaverti con noi”.
Dall’altra parte della barricata il senatore della Lega Giorgio Bergesio, che aveva criticato la gestione del rientro della ragazza, atterrata a Ciampino indossando abiti tradizionali somali, accolta dal presidente del Consiglio Conte e dal Ministro degli Esteri Di Maio: “Che una ragazza di 24 anni torni a casa sana e salva è sicuramente una bella notizia. Ma l’ennesimo show a Ciampino altro non è che uno spot pubblicitario per il terrorismo fondamentalista. Una pubblicità gratuita che rende inutile tutto il lavoro fatto dalla nostra intelligence anche al di là dei nostri confini. Stop alla propaganda”.
Voce fuori dal coro quella di Guido Crosetto, che ha commentato la vicenda affidando le sue riflessioni a diversi tweet, alcuni dei quali ripresi e condivisi anche da esponenti di colori politici diversi rispetto a quelli del fondatore di Fratelli d’Italia: “Gli Stati non abbandonano mai un loro cittadino. Gli Stati fanno di tutto per portarlo a casa sano e salvo. Se serve, come ultima ratio, possono anche trattare con i banditi. Poi, una volta riportato a casa in silenzio, lo Stato salda i suoi conti con i delinquenti”, ha scritto il “Gigante di Marene”. Crosetto ha poi preso le distanze dagli insulti rivolti alla ragazza sui social: “Se diciamo che vanno aiutati a casa loro, vanno fatte crescere le loro economie, che l’emigrazione uccide l’Africa, che senso ha insultare una ragazza che è andata ad aiutarli a casa loro? Certamente non pensava di essere rapita e venduta".