La decisione del presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi di assegnare alla ministra per le Politiche giovanili - la monregalese Fabiana Dadone - la delega all’antidroga ha suscitato un vespaio di polemiche in quanto in passato l’esponente dei Cinque Stelle si era schierata apertamente a favore della legalizzazione delle droghe leggere.
Stamane, giovedì 15 aprile, la Dadone è passata al contrattacco: “Sono stata attaccata in maniera bieca per le mie posizioni antiproibizioniste da molti esponenti di destra - ha affermato in una nota diffusa in mattinata, ribadendo un concetto espresso pochi minuti prima alla trasmissione radiofonica 'Un giorno da pecora' -. Subdolamente qualcuno vuole farmi passare per drogata? Diamo allora messaggi di coerenza ai giovani, facciamo un bel test antidroga io e i parlamentari proibizionisti, diamo un segnale di coerenza ai giovani”.
“Noi siamo qui per dare l’esempio - ha proseguito -, io sono incensurata altrimenti non avrei potuto nemmeno candidarmi col Movimento 5 stelle, non assumo sostanze stupefacenti e affronto nel merito ogni questione politica. I miei detrattori possono dire lo stesso? I giovani che ci guardano hanno il diritto di saperlo, di sapere chi sono le persone che pretendono di dirgli cos'è giusto o sbagliato”.
Tra i più critici nei suoi confronti gli esponenti di Lega e Fratelli d’Italia: come risponderanno alla provocazione?