Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso da Coldiretti Cuneo.
Cresce l’agroalimentare biologico nel nostro Paese, sotto la spinta della svolta green degli italiani favorita dall’emergenza Covid. I consumi domestici di alimenti bio hanno raggiunto la cifra record di 3,3 miliardi (+4,4% in un anno), secondo quanto emerge dal rapporto Ismea “Bio in cifre 2020” diffuso durante l’incontro organizzato da Coldiretti per presentare la black list dei cibi più contaminati sulle nostre tavole e il rapporto annuale del SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull’agricoltura biologica).
La situazione emergenziale ha consolidato una tendenza alla crescita del settore biologico che va avanti da oltre un decennio. Si conferma la spinta che la grande distribuzione organizzata (GDO) sta imprimendo al mercato bio mostrando, durante il lockdown, un incremento delle vendite nei supermercati dell’11%. Gli italiani tendono a premiare il biologico nel fresco con aumenti del 7,2% per gli ortaggi e in alcune categorie specifiche come le uova che crescono del 9,7% nelle vendite.
La Granda – spiega Coldiretti Cuneo – è la Provincia piemontese che registra il maggior numero di aziende bio (oltre 1.000, pari al 42% del totale regionale) su una superficie complessiva di quasi 20.000 ettari, pari al 27% di quella regionale. Un trend, quello cuneese, che contribuisce al successo del bio in Italia.
“L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante per il nostro territorio. Per far conoscere e diffondere le eccellenze del bio Made in Cuneo è di grande rilevanza l’attività portata avanti da Coldiretti che, attraverso Terramica, l’Associazione dei produttori biologici più grande a livello regionale con oltre 500 soci iscritti, promuove il biologico e le produzioni locali” dichiara Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo.
Tuttavia il nostro Paese, pur confermandosi primo in Europa per numero di aziende agricole impegnate nel biologico, è uno dei maggiori importatori di alimenti bio da Paesi extracomunitari, da dove nel 2019 ne sono arrivati ben 210 milioni di chili di cui quasi 1/3 dall’Asia.
“Occorre dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea – rimarca Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – che invita ad intensificare le attività di controllo sui prodotti biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli nostrani”.
A proposito di sicurezza alimentare, Coldiretti ha presentato la black list dei cibi più contaminati, sulla base degli ultimi rapporti elaborati dall’Agenzia europea per la Sicurezza alimentare e dal Ministero della Salute, da cui emerge che i prodotti alimentari meno sicuri presenti sulle tavole degli italiani, per la presenza di residui chimici, sono i peperoncini piccanti provenienti da Repubblica Dominicana e India, le bacche di Goji provenienti dalla Cina e il riso dal Pakistan. Nella classifica dei prodotti più contaminati elaborata da Coldiretti ci sono anche i melograni dalla Turchia, il tè dalla Cina, i fagioli secchi provenienti dal Brasile, le olive da tavola provenienti dall’Egitto.