“Il materiale di risulta degli scavi depositato sul versante francese del cantiere del Tenda bis è pericoloso, potrebbe inquinare l'acqua del Roya, che viene utilizzata da più di 200 mila persone lungo la valle, fino alla costa”. Così il sindaco di Tenda, Jean Pierre Vassallo, aveva lanciato l'allarme circa quello che veniva da lui stesso definito un “possibile disastro ecologico”. A contraddirlo, però, è arrivato un comunicato pubblicato in mattinata dalla Prefettura delle Alpi Marittime: “Le analisi di controllo sanitario delle fonti esistenti hanno permesso di constatare la stabilità della chimica delle acque, il che contraddice l'ipotesi di un'incidenza degli scarichi del cantiere sulla qualità dell'acqua potabile”, si legge nel testo.
Secondo quanto comunicato dalla Prefettura, insomma, la qualità chimica delle acque del Roya, rilevata da nuove recenti analisi, non comporterebbe alcun rischio per l'uomo o per l'ambiente. “L'acqua è sorvegliata da anni e continua ad esserlo, - prosegue il comunicato – non c'è pericolo per le popolazioni, contrariamente a quanto affermato dal sindaco di Tenda”.
Il ritiro e lo smaltimento dei materiali attualmente depositati sul cantiere, comunque, resta una problematica da risolvere. La Prefettura delle Alpi Marittime ha fatto sapere che presenterà la questione alla prossima conferenza intergovernativa italo-francese, e che in caso di “inazione italiana” procederà autonomamente al ritiro dello smarino.