Tra le categorie che hanno sollevato vibranti proteste dopo l’illustrazione da parte della Regione del disegno di legge “RipartiPiemonte” c’è quella dei tatuatori e piercer, di fatto esclusa dalle misure di sostegno economico a fondo perduto previste dal provvedimento nonostante sia una di quelle che ripartiranno per ultime dopo il "lockdown". Il settore ha fatto sentire la propria voce ieri, martedì 5 maggio, con un comunicato stampa diffuso da Art, una delle principali associazioni della categoria.
"La bozza del provvedimento “Riparti Piemonte” - si legge nella nota - destina il contributo a fondo perduto, sino a 2.500 euro, alle sole attività di estetista e di acconciatore discriminando platealmente le attività di tatuaggio e di piercing, nonostante le stesse appartengano alla stessa macroarea dei Sevizi alla persona”.
Un settore, quello dei tatuatori e piercer, cresciuto notevolmente negli ultimi anni, e che in Piemonte fa registrare numeri importanti: “In Piemonte si calcolano un numero non inferiore ai 3 mila studi di tatuaggio, con un significativo introito per le casse dell'erario, in cui trovano occupazione su per giù 5 mila addetti. Ma la giunta regionale continua a far finta che non esistiamo, anche se la nostra categoria è peraltro inquadrata in un specifico codice Ateco (codice 96.09.02)”.