L’Assemblea dei sindaci che si è riunita in Provincia nei giorni scorsi ha espresso parere favorevole sullo schema di rendiconto della gestione dell’esercizio finanziario 2022. La relazione tecnica è stata affidata dal presidente Luca Robaldo al consigliere provinciale delegato Mauro Astesano. Il rendiconto di gestione del 2022 si è chiuso con un avanzo di amministrazione di poco superiore ai 17 milioni di euro, prevalentemente vincolato (13,5 milioni) e accantonato (1,7 milioni). La parte disponibile si riduce a 508 mila euro il cui impiego è subordinato all’esito delle verifiche da effettuare entro il 31 luglio per la salvaguardia degli equilibri di bilancio.
Astesano ha ricordato che il 2022 è stato l’anno in cui le entrate proprie sono diminuite passando da circa 46,7 milioni del 2021 a 41,5 milioni e tale andamento è stato causato dalla riduzione del mercato dell’auto dal quale dipendono l’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) e i proventi dal mercato assicurativo (Rca), oltre alla tassa sui rifiuti (Tefa), unica in aumento. Il trend negativo iniziato con l’avvento della pandemia ha raggiunto quindi nel 2022 il suo minimo. Altra nota dolente, segnalata da Astesano, riguarda i trasferimenti dallo Stato. Si tratta, in sostanza, di somme riconosciute per lo svolgimento delle funzioni fondamentali che dovrebbero garantire la copertura integrale dei costi in attesa del pieno avvio del federalismo fiscale. L’importo riconosciuto alla Provincia di Cuneo nel 2022 comprende il fondo sperimentale di equilibrio e altri specifici importi per compensare il minor gettito Ipt e l’incremento del costo totale di energia elettrica, per un totale di 12 milioni di euro circa. Ma le leggi di bilancio a partire dal 2010, in seguito all’aggravarsi della crisi economica e finanziaria del Paese, hanno previsto un obbligo forzoso di rimborso della Provincia a favore dello Stato a titolo di concorso alla finanza pubblica pari a circa 20 milioni con trasferimento negativo (a favore dello Stato) pari a circa 7,5 milioni di euro.
“In sintesi - ha sottolineato Astesano - a fronte di una capacità fiscale più che sufficiente a coprire i fabbisogni del territorio, il concorso alla finanza pubblica erode totalmente le risorse che potrebbero essere a disposizione”.
I trasferimenti che arrivano dalla Regione sono vincolati alle funzioni specifiche trasferite e raggiungono in totale circa 7,9 milioni di euro. Servono a pagare il personale trasferito e le funzioni delegate, salvo specifici contributi per diritto allo studio e attività in ambito agricolo, ittico e venatorio. Poco meno di 4 milioni di euro riguardano i trasferimenti per canoni idrici che, in seguito ad una legge regionale 19/2020, devono essere utilizzati, d’intesa con la Regione, per la messa in sicurezza, manutenzione ordinaria e straordinaria, ripresa della pavimentazione bitumata e recupero della viabilità nei territori dei comuni totalmente montani. La Provincia ottiene proventi da attività ordinaria, come servizi pubblici, vendita beni, autorizzazioni e spese istruttorie, affitto locali Centro Incontri, gestione diretta delle acque demaniali, canoni e sovracanoni, da affitti di fabbricati e terreni, introiti per le concessioni delle acque minerali. La posta più significativa è rappresentata dal canone per l’occupazione spazi ed aree pubbliche provinciali (ex Cosap), che nel 2022 ha portato nelle casse provinciali oltre 970 mila euro e anche dai dividendi distribuiti dalla società partecipata Alac per un introito di 156 mila euro.
Il capitolo spesa corrente 2022 è stato di circa 70 milioni di euro, così distribuita: 15,59 milioni per interventi viabilità provinciale; 13,2 milioni per edilizia scolastica; 40,2 milioni per gestione generale (stipendi, funzionamento, organi, mutui etc); 0,7 milioni per settore ambiente; 0,15 milioni a supporto dell’ara vasta. Mentre la spesa in conto capitale ha visto investimenti per 19.2 milioni di euro per la viabilità, 8.6 milioni per edilizia scolastica, con un Fondo pluriennale vincolato di 86.9 milioni di euro. Come evidenziato dal Sose, la società del ministero dell’Economia costituita per studiare il funzionamento degli enti e la loro autonomia finanziaria, la Provincia di Cuneo avrebbe una efficace ed efficiente gestione d’esercizio se i 7 milioni di euro che trasferisce ogni anno allo Stato rimanessero nelle sue casse.
“Per riassumere - ha riassunto Astesano - l’anno 2022 è stato caratterizzato da un grosso calo delle entrate proprie e un aumento della spesa corrente. Si tratta quindi ancora di un momento particolare, condizionato da eventi esterni compresa la guerra in corso con l’aumento dei prezzi dell’energia e il rallentamento della crescita globale, il rialzo dei tassi d’interesse e la salita dell’inflazione. Come Provincia di Cuneo, tenuto conto della forte esposizione del proprio bilancio alle variabili esogene (la perdita di gettito totale registrata dalle entrate tributarie nell’esercizio 2022 è di ‐8.449.207 di euro, contro quella del 2021 di ‐3.245.461 e del 2020 di ‐5.332.132,02) e dei ridottissimi spazi di riduzione della spesa corrente, è stata data indicazione ai dirigenti dell’ente di svolgere un costante monitoraggio dell’andamento delle entrate e della gestione delle risorse”.
“Si tratta di una situazione non semplice - ha concluso il presidente Robaldo - determinata anche dal ritardo delle entrate correnti e che ci chiede massima attenzione per mantenere la stabilità finanziaria dell’ente”. Al termine dei lavori anche il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità il rendiconto di gestione 2022.